Politica

Messina. Articolo Uno attacca De Luca: “Dimissioni una farsa in tre atti”

MESSINA – Per Articolo Uno le dimissioni di Cateno De Luca sono “una farsa in tre atti” che “umilia la città”. Arriva da Domenico Siracusano, segretario provinciale del movimento, un attacco frontale all’ex sindaco, che due giorni fa ha salutato Messina con una lunga diretta notturna e l’investitura di Federico Basile come suo erede politico per la città in vista delle prossime elezioni.

I tre atti della “farsa”

Tre gli atti della “farsa”, secondo Siracusano. Il primo arriva al brindisi: “C’è da rimanere esterrefatti di fronte ad un vero e proprio festeggiamento legato alle dimissioni dalla carica di primo cittadino. Ci domandiamo cosa De Luca ci trovi da festeggiare, ridere e scherzare, con i suoi assessori e i suoi sodali, nel momento un cui abbandona una nave che non si trova in un porto sicuro ma nel pieno di una complicata navigazione – tra dissesto finanziario possibile e piano di riequilibrio sospeso – di cui la rotta è tutt’altro che chiara”. Il secondo riguarda, invece, le dimissioni di tutta la Giunta. “L’aver obbligato tutti gli assessori a presentare le proprie dimissioni pochi minuti prima che le sue diventassero irreversibili, racconta di una gestione proprietaria della politica da parte di De Luca, secondo cui non siamo di fronte a soggetti autonomi ma al massimo a collaboratori”.

Siracusano: “Basile candidato ‘finto’?”

Siracusano prosegue parlando degli assessori: “Va evidenziato che tecnicamente la Giunta decade insieme al Sindaco dimissionario, quindi si è trattato di un gesto meramente dimostrativo a sostegno della volontà del capo. Con un aggravante che le dimissioni, in particolare di chi aveva il ruolo di vicesindaco, lasciano un sostanziale vuoto politico-amministrativo fino all’insediamento del Commissario Regionale, che si spera arrivi il prima possibile e sia una persona altamente competente”. Infine il terzo atto, che riguarda la scelta di Basile. “Il concetto di successione attiene ad altri regimi che non a quello vigente nel nostro paese – spiega”. Poi l’attacco sulle aspettative alimentate in Carlotta Previti e Dafne Musolino, con la scelta poi ricaduto su un Basile che potrebbe essere “un candidato ‘finto’ da tenere in piedi mentre si chiarisce il quadro regionale”.