Politica

Messina. Calano i consensi verso il sindaco De Luca e i motivi non mancano

Come già sapete il sondaggio annuale del Sole 24 sul gradimento di Presidenti di Regione e Sindaci ha fatto registrare per il sindaco di Messina Cateno De Luca un vistoso calo di consensi. Il nostro primo cittadino è passato dal brillante 2° posto del 2020 al 22° posto di quet’anno. Il risultato, come si è affrettato ad affermare De Luca, rimane lusinghiero. E lo è a maggior ragione se paragonato al terz’ultimo posto del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e all’ultimo posto del sindaco di Catania, Salvo Pogliese. Il tonfo, però, è vistoso e segnala una tendenza rispetto alla quale riflettere, non tanto in funzione delle sorti personali di De Luca ma principalmente in rapporto al suo modo di amministrare e agli esiti che ne derivano sul presente e sul futuro della nostra città.

La crisi socio-economica della Sicilia riduce i margini di consenso

De Luca addebita la flessione nel gradimento dei cittadini prima di tutto al fatto di trovarsi ad operare in Sicilia, la regione più “sgarrupata” d’Europa dal punto di vista socio-economico. E qui parte la prima importante riflessione. Il clamore mediatico suscitato dalla sua mobilitazione contro l’incalzare della pandemia, nel 2020 aveva fatto volare il primo cittadino nel sondaggio del Sole 24 Ore, facendogli addirittura raggiungere il 2° posto in Italia. Finite le dirette Facebook sul tema e i collegamenti con la D’Urso la drammatica realtà quotidiana ha ripreso il sopravvento nella consapevolezza dei messinesi, alle prese con una drammatica crisi economica come, appunto, il resto dei siciliani. Il fatto di trovarsi in un contesto simile ha sicuramente pesato nel calo di consensi di De Luca, come lui stesso afferma. Al suo posto, però, non mi limiterei a considerarlo una giustificazione. Valuterei, al contrario, la gravità di questo segnale, indice di un profondo disorientamento dei messinesi, che vanno perdendo la speranza di rialzarsi.

I giovani messinesi continuano ad emigrare

E’ sotto gli occhi di tutti come la diffusa carenza di lavoro, che non sia precario e mal retribuito, costringa i nostri giovani a cercare fortuna altrove. Da un po’, peraltro, cominciano a lasciare a malincuore Messina anche i genitori. Ormai rimasti soli, non hanno più motivo di restare e raggiungono i figli nelle città in cui lavorano per recuperare il calore della famiglia. Questo aspetto ha una componente sentimentale pesante da accettare per chi la vive e per chi la osserva ma ha anche un risvolto economico palese. Se le persone vanno via, cala inevitabilmente la domanda di beni e servizi e la crisi peggiora portando con sé ulteriore emigrazione in un circolo vizioso che ci trascina sempre più indietro.

Non emerge una visione di città

Riportare i nostri giovani a Messina e interrompere il flusso migratorio, dovrebbe essere la priorità delle priorità per chi amministra. Sicuramente lo è per le famiglie messinesi. Perciò, il fatto che De Luca non sia più gradito come prima può essere espressione di una certa sfiducia nell’efficacia della sua azione sul fronte del rilancio economico del territorio. D’altra parte non si coglie nella sua politica una visione organica di città, a parte alcuni spunti frammentari non sufficienti a riconvertire la situazione. Anche le assunzioni in qualche partecipata sembrano rispondere più che altro a logiche clientelari e non hanno aperto opportunità per tanti giovani competenti messinesi in giro per il mondo.

La costante polemica di De Luca con Musumeci

De Luca addebita la flessione del gradimento anche alla difficoltà di operare in una regione governata da Musumeci, oggetto delle solite contumelie verbali in ottica puramente politica. Rileviamo semplicemente a questo proposito che anche l’anno scorso c’era Musumeci e ciò non ha impedito a De Luca il gratificante risultato ottenuto allora. Inoltre, il presidente della Regione ha registrato una crescita nel consenso al suo operato e, dunque, i siciliani non sembrano pensarla come De Luca.

Cresce l’insofferenza verso i modi di De Luca

Il calo dei consensi registrato dal sondaggio del Sole 24 riteniamo sia condizionato da un ulteriore aspetto. Va, infatti, emergendo in città una certa insofferenza verso il modo di proporsi del nostro primo cittadino. In troppi casi De Luca ha esagerato lasciandosi andare ad una polemica troppo aggressiva verso chi osava pensarla diversamente da lui e a una comunicazione in tanti casi scurrile e non idonea alla sua funzione istituzionale. Questo comportamento che intercetta ed esalta le peggiori pulsioni di tanti suoi seguaci su Facebook gli ha alienato i consensi di una fascia crescente di messinesi. Anche il modo di confrontarsi con un consiglio comunale di certo non brillante, non è da molti considerato utile alla città. E in tanti cominciano a rendersi conto che De Luca rischia di costruire la propria carriera politica sulle macerie della democrazia a grave detrimento dell’interesse generale.

De Luca tenga conto dei segnali di dissenso

In conclusione, il sindaco di Messina ha ancora dalla sua un gradimento significativo degli elettori messinesi. Cominciano, però, a manifestarsi delle crepe che hanno un loro fondamento. Sarebbe utile che De Luca ne tenesse conto non tanto per le sue fortune personali quanto per le sorti di una città, prostrata da anni di inconcludenti scontri politici e di debole e inconcludente azione amministrativa.

(Pippo Trimarchi)