Messina. Casi Covid in Polizia Municipale, Giordano: “Focolaio diventa incendio”

MESSINA – L’emergenza Covid continua a farsi sentire e in città aumentano vistosamente i numeri relativi ai nuovi positivi. Un problema che riguarda Messina e tutta Italia, ma che crea quotidianamente nuove ripercussioni nei più disparati ambienti. Anche la Polizia Municipale, ad esempio, sta vivendo una situazione di emergenza a causa dell’aumento dei positivi all’interno del proprio organico e degli isolamenti e delle quarantene che ne derivano. “Il focolaio sta per diventare incendio”, ha affermato Gaetano Giordano in qualità di Rsu e Rls, Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Giordano: “Da 5 si è saliti fino a 11 positivi”

Il sindacalista del Csa continua analizzando i numeri da lui riscontrati: “Da informazioni assunte dal sottoscritto, sembrerebbe che presso il corpo di Polizia Municipale, nelle ultimissime ore, il numero dei casi Covid accertati attraverso tampone rapido sia salito ulteriormente e vertiginosamente fino a ben 11 unità”. Giordano prosegue spiegando che altri “nelle prossime ore si sottoporranno a tampone per contatti e casi sospetti” e che si sono registrati “diversi casi di malattia con stati febbrili ed altri ancora in quarantena o isolamento fiduciario per casi Covid all’interno del proprio nucleo familiare”. Varie le richieste avanzate: dalla sanificazione costante degli ambienti alle forniture di guanti e gel disinfettante a ogni vigile, oltre che di mascherine, tute e occhiali protettivi.

“Indispensabile programmare tamponi settimanali e terze dosi”

“Indispensabile inoltre programmare per tutto il personale tamponi rapidi con cadenza settimanale – prosegue Giordano – nonché la somministrazione della terza dose di vaccino”. Il sindacalista parla di “atto dovuto, perché il green pass rafforzato è divenuto obbligatorio per la Polizia Municipale da giorno 15 dicembre. Per questo va programmato, calendarizzato e somministrato nelle ore di servizio”. Infine, Giordano chiede lo smartworking quando possibile, per evitare il più possibile i contatti, e la formazione di coppie fisse di pattuglia, in modo da non far incontrare quotidianamente persone diverse e aumentare la possibilità di un’eventuale diffusione del virus.