Chiamò inutilmente il 118 e morì, condannati SEUS e Assessorato

E' destinata a fare precedente la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Messina nel 2017 e diventata definitiva.

Antonino Savasta aveva poco più di cinquant’anni quando, la notte tra l’8 e il 9 aprile, chiuse gli occhi per sempre. Poco prima la sorella aveva chiesto inutilmente l’intervento del 118. Ma l’operatrice all’ascolto le aveva detto di rivolgersi alla guardia medica. Il sanitario, 40 minuti dopo, non ha potuto fare altro che dichiararne la morte.

Per quel decesso i figli e la moglie hanno chiesto conto alla giustizia, ed è stata chiamata in causa anche l’operatrice del 118 che aveva preso la telefonata senza inviare l’ambulanza.

Sotto processo, è stata accusata di una serie di reati omissivi, in sostanza di non aver raccolto i dati necessari che le avrebbero consentito di valutare come grave la situazione, quindi inviare il mezzo di soccorso a casa dell’uomo. Inizialmente condannata a 8 mesi, l’operatrice del 118, una messinese di 59 anni, è stata assolta per prescrizione dalla Corte d’Appello di Messina (presidente Sicuro).

Non così il 118. Assistiti dall’avvocato Antonino Lo Presti, i familiari di Antonino Savasta hanno chiesto ed ottenuto la citazione quale responsabile civile del SEUS 118 e dell’assessorato regionale alla Sanità. Per loro in appello il verdetto è stato confermato e la condanna è adesso diventata definitiva. Saranno adesso loro a dover pagare il risarcimento ai Savasta, che sarà quantificato in sede civile.