Certo che m'arrabbio

Messina: ci siamo negati la Bellezza. Riprendiamocela

La differenza tra il mondo reale e quello virtuale sta tutta nei numeri della partecipazione all’evento “Scatta lo Stretto (vedi qui) e le iscrizioni ed i like al gruppo della #BandadellaFalce. I like avrebbero lasciato presagire “l’invasione pacifica” di uno straordinario scorcio di sabbia e di mare per dire basta alla vergogna. Così non è stato.

Ma in fondo, come in ogni battaglia, l’importante è che ognuno di noi si alzi in piedi senza guardare se è solo o in compagnia. Ogni cambiamento inizia nel cuore di un singolo uomo e poi diventa contagioso.

Sulla Falce le responsabilità originarie non sono nostre, noi semmai siamo i sarti che vogliono mettere le toppe, i sognatori che immaginano un futuro diverso, i raccoglitori di “mmunnizza” che tolgono quel che una classe dirigente scellerata ha lasciato più di mezzo secolo fa.

Le responsabilità originarie stanno in capo a chi, 50, 60 anni fa, ha preso il più grande tesoro che avevamo e lo ha trasformato così come si usano le perle per darle in pasto ai porci. Avevamo il Paradiso ma è stato destinato ad altro. C’era un inceneritore, un campo nomadi, c’erano discariche, non sappiamo quanti e quali veleni siano finiti sotto i nostri piedi. Ci siamo negati la bellezza.

Avevamo pezzi di storia, le mura della Città, il Forte di San Salvatore, la Cittadella, la Lanterna del Montorsoli, avevamo chilometri di costa su un mare limpido e un orizzonte mozzafiato che non ha eguali al mondo.

Avevamo tutte le forme di bellezza abbracciate: natura, storia, arte, cultura. Lì, sotto il nostro naso. E che hanno fatto i nostri nonni e bisnonni?

Hanno creato musei, parchi naturali, lidi, attività turistiche, valorizzato la Falce?

Ovviamente no. E’ come se avessero agito bendati, in balìa di chissà quali mani, privi di una reale strategia politica. Hanno lasciato che ognuno facesse quello che voleva.

Ed anche l’unica vocazione naturale, la cantieristica, che aveva fatto di Messina un polo mondiale, è stata fatta agonizzare.

Tra veleni, sequestri, abusivismo, abbandono, inerzia, degrado, mezzo secolo dopo ci ritroviamo a tentare di costruire una nuova pagina di storia sul deserto.

E’ questa la nostra responsabilità ADESSO: ribaltare il tavolo ed invertire la rotta.

Da cittadini abbiamo una sola arma: martellare quotidianamente le istituzioni, proporre, pretendere, non mollare.

Al di là del Patto della Falce, arrivato con estremo ritardo rispetto a decenni di passerelle e promesse, dobbiamo trovare ogni strada ed ogni mezzo per riprenderci la bellezza.

Ci sono istituzioni che si stanno muovendo. L’Autorità Portuale ad esempio sta operando in questa direzione, per quanto di sua competenza. Conoscendo il commissario De Simone sono certa che #staconlabandadellafalce e sta dalla parte della bellezza. L’unico a rispondere all’evento Scatta lo Stretto è stato il sovrintendente del Teatro Gianfranco Scoglio, che ha fatto una proposta semplicissima eppure straordinaria: mettere a disposizione un palco per “incastonarlo” in quel pezzo di Paradiso.

Dietro le quinte adesso sono in tanti che si stanno muovendo per strappare quel lembo di terra ridotta a brandelli e trasformarla in un tessuto prezioso.

Ma è un lavoro immane e occorrono sinergie, senza invidie, individualismi, cappelli da mettere, senza rancori, campanilismi, vendette trasversali. Senza burocrazia.

Siamo l’unico Paradiso al mondo che si è travestito d’inferno.

Penso che la nostra unica vocazione sia quella turistica. Di un turismo a tutto tondo, che include natura, arte, cultura, storia, enogastronomia, sport. Ma viviamo come se fossimo una città senza identità né vocazione.

E’ come avere in casa un dipinto di Picasso e metterlo nel cantinato in mezzo alle cose da vendere al mercatino dell’usato. E’ come avere Caravaggio e Antonello da Messina al Museo e non valorizzarli (ops……già accade……). E’ come avere una struttura fieristica che affaccia sullo Stretto, sguardo rivolto alla Madonnina e non usarla per decenni ostacolando bandi e iniziative (ops…. Già accaduto….).

Dobbiamo tornare a guardare il mare come un fratello, un padre, e non come nemico.

Dobbiamo ricominciare da lì, dalla bellezza. Organizziamo un evento che lasci tutti a bocca aperta, che faccia strabuzzare gli occhi, che abbia eco ovunque e sia l’inizio di una nuova storia. La nuova vita della Falce.

Mettiamoci al lavoro, insieme, ricominciamo da lì, dove c’è l’essenza della nostra identità

#donnasarinastaconlabellezza

Rosaria Brancato