Paolo Siracusano: “Lavoriamo insieme per costruire la Messina che verrà”

Supera ogni più roseo pronostico la presenza di pubblico, questa mattina al Teatro Vittorio Emanuele, in occasione del debutto ufficiale del movimento Messina Città del Futuro. Una risposta in termini di partecipazione attiva da parte di una cittadinanza, spesso tiepida, che sorprende gli stessi organizzatori: “Non siamo un soggetto politico né abbiamo una struttura partitica alle nostre spalle – tengono a precisare molti esponenti del movimento – eppure, in una domenica mattina come tante, siamo riusciti a riempire questa sala di cittadini che, come noi, nutrono il forte desiderio di cambiare per sempre il volto della nostra città”. Oggi dunque la prima posa di un cantiere aperto per il rilancio urbano, turistico, culturale, sociale ed ambientale per la città dello Stretto. Moderato dal giornalista Emilio Pintaldi l’incontro, che ha registrato la presenza in sala di Francantonio Genovese e Giuseppe Previti, è stato scandito dagli interventi di Roberto Cerreti, Consigliere provinciale (MLI), Sonny Foschino Cassata, Presidente dell’associazione giovanile antimafia Peppino Impastato, Franz Riccobono, esperto di storia patria, ed Antonio Galeano architetto ed urbanista. Al giovane presidente dell’associazione Impastato il compito di inaugurare il dibattito in sala: “Il nostro movimento associativo, opera da oltre due anni nella provincia di Messina – esordisce – e persegue e promuove la diffusione della cultura della legalità sin dalle scuole, perché sono i giovani l’arma vincente contro il dilagare delle mafie. Le infiltrazioni e le commistioni della mafia nella politica e nella pubblica amministrazione rappresentano gli ostacoli più grandi con i quali misurarsi – prosegue Foschino Cassata – solo un ricambio politico generazionale, non più rinviabile, potrà consentirci di attuare un vero e profondo cambiamento. Per fare questo dobbiamo tornare ad innamorarci della Sicilia, dobbiamo tornare ad una politica che sia servizio e non professione, che sia agorà e non palazzo”. Dal presidente dell’associazione Impastato l’invito alle giovani generazioni a non essere spettatori inermi: “Abbiamo la consapevolezza che la mafia oggi è affarismo, compromesso e compiacenza, ma la mafia – spiega Foschino – è anche una mentalità che trasforma in favore diritti costituzionalmente garanti come il diritto al lavoro. Dobbiamo avere il coraggio di dire basta e porre le basi per una rivoluzione culturale che produca opportunità di crescita e lavoro ed una città della quale non vergognarsi”. Il volto di Messina, il suo arredo urbano e la necessità di preservare il patrimonio paesaggistico della città dello Stretto sono al centro dell’intervento di Antonio Galeano: “Cambiare il volto urbano di Messina è quasi impossibile. Una città che è stata sfregiata negli anni ad un edilizia feroce ed incontrollata che non ha mai tenuto in conto le caratteristiche morfologiche di questo territorio. In questi anni si è giocato con il piano regolatore della città – spiega l’architetto – in tempi recenti in consiglio comunale vennero presentati circa 300 emendamenti attraverso i quali, per ragioni di matrice squisitamente politica, si è giunti allo stravolgimento del piano regolatore per consentire di aprire cantieri edili anche in aree collinari. Le aree verdi della città venivano massacrate, invece di essere tutelate e preservate investendo su attività di educazione culturale ed ambientale”. E le periferie rappresentano un ulteriore elemento negativo in un quadro già fortemente compromesso: “Luoghi privi di identità – prosegue il professionista – frutto di una mentalità obsoleta che riteneva che la città potesse espandersi all’infinito. Il volto di una città deve essere concepito come un amalgama armonioso ed il centro storico di Messina rappresenta in quest’ottica un patrimonio immenso dotato di realtà architettoniche di pregio che in questi anni sono state violentate con criminali sopraelevazioni. Il piano regolatore rappresenta il solo strumento in grado di poter cambiare il volto della città, uno strumento – auspica Galeano – che deve cessare di essere trastullo per la politica”. Assenza di investimenti su arte e cultura che per Franz Riccobono sono da imputare a scelte politiche miopi che hanno mai saputo comprendere valore ed essenza del sapere: “Esistono moltissime realtà che dovrebbero essere recuperate e potrebbero rappresentare un importante trampolino per il rilancio culturale ed artistico di Messina – spiega l’esperto – la Real Cittadella, le Fortificazioni Umbertine, l’area dei Peloritani, il castello di Scaletta Zanclea. Aree abbandonate e di difficile accesso per l’assenza, errore che imputo all’amministrazione Buzzanca, di un assessorato alla cultura nella giunta di governo”. La cittadinanza per Riccobono però non è esente da colpe: “I messinesi non si sono mai ribellati e non hanno mai saputo combattere per il riscatto di questa città”. Da Cerreti, conigliere provinciale ed esponente del Movimento Liberi Insieme, l’attacco all’amministrazione Buzzanca e Ricevuto: “Le istituzioni messinesi non hanno saputo difendere i propri concittadini – attacca – non ha saputo dare risposte ai lavoratori, ai giovani, a quel tessuto sociale al quale non interessa l’ideologia di partito ma la rappresentanza sul territorio. Mancano interlocutori credibili – prosegue Cerreti – i rappresentati comunali e provinciali dopo le elezioni spariscono, abbandonano le segreterie politiche perché non sanno cosa dire alla gente. I servizi sociali sono al collasso, eppure i soldi ci sono, ma sono stati impiegati – tuona Cerreti – per coprire i buchi dell’amministrazione Buzzanca e per pagare consiglieri ed assessori”. Al leader di Città del Futuro Paolo Siracusano il compito di tirare le somme: “Città del Futuro non è un soggetto politico – spiega – ma non escludiamo di acquisire presto le vesti di lista civica. Da imprenditore riscontro in prima persona la crisi del sistema economico in una città che vive prevalentemente di terziario. Un decadimento che ci ha fiaccato e ci ha portati a mancare importanti appuntamenti: non abbiamo mai guardato al turismo, la nostra vocazione, perché troppo occupati a fare industria”. Da Siracusano arriva l’appello alla città: “Lavoriamo insieme con una mentalità nuova – esorta l’esponente del movimento – che riparta dal turismo, rispetti l’ambiente ed investa sulla cultura: non esiste solo il calcio, dobbiamo offrire ai turisti un motivo per restare in una città. “Il prossimo sindaco dovrà impegnarsi per garantire strade e spiagge pulite, potenziando i percorsi della differenziata sino ad arrivare a rifiuti zero, dovrà investire sul fotovoltaico, dovrà creare nuovi spazi culturali, implementando quelli esistenti, e dovrà coinvolgere la cittadinanza creando momenti di incontro e tavoli di confronto”. “Opportunità di crescita e sviluppo fattibili – conclude Siracusano – perché legati alle caratteristiche peculiari del nostro territorio: questa la sfida per il futuro che non possiamo permetterci perdere”.

Emma De Maria