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Croce, Grazia e il risanamento: “Anno zero. Per salvare Messina ci sono due strade”

MESSINA – Sarà il risanamento finanziario di Messina uno dei compiti principali della futura amministrazione. Un argomento, quello del piano di riequilibrio, di cui si è discusso molto nei mesi scorsi e che in campagna elettorale non poteva mancare. Così dopo l’attacco frontale di Antonella Russo e del centrosinistra alla precedente giunta De Luca, con la richiesta di “verità” intorno ai bilanci, anche il centrodestra ha detto la sua. Nel corso della mattinata, l’assessore designato Giuseppe Grazia e il candidato sindaco Maurizio Croce sono intervenuti sulla vicenda, spiegando il proprio punto di vista e le soluzioni da ricercare per salvare Messina dal dissesto.

Croce: “Messina non ha bisogno di un guardiano dei conti”

“Del piano di riequilibrio si è parlato tantissimo – ha esordito Croce – e nel dibatti è scaturita anche la leggenda secondo cui il prossimo sindaco dovrà essere un guardiano dei conti. Non è così, Messina ha bisogno di altro e per i bilanci serve un tecnico esperto e preparato. Per questo ho identificato l’assessore Giuseppe Grazia, esperto di bilanci, che dovrà affiancarmi in questa sindacatura per mettere in ordine i conti e oggi qui per chiarire quale sia la situazione effettiva”. All’auditorium Fasola, il candidato sindaco del centrodestra e il suo assessore designato hanno poi fatto le pulci al piano, ripercorrendo i vari passaggi.

Grazia: “Siamo all’anno zero”

La parola è passata proprio a Giuseppe Grazia, che in caso di elezione di Croce sarà chiamato in causa per risanare e sistemare i bilanci. L’assessore designato spiega che dal 13 dicembre 2012 a oggi il Piano di riequilibrio è stato prima presentato e poi rimodulato altre sette volte. E tra cifre e date, spiega che “ora siamo all’anno zero. Perché il piano presentato non sarà mai discusso dalla Corte dei Conti. L’amministrazione per legge avrà 150 giorni per riformulare il piano dall’insediamento”. Una dichiarazione semplice e diretta, con cui Grazia arriva poi a presentare la sua soluzione.

L’alternativa di Grazia

“Esistono alternative? – chiede – Sì. Il dialogo con il governo centrale. Ci sono varie soluzioni in quel caso, pensiamo alla tassa di imbarco, concessa a Genova e Venezia. Chi si imbarca sulle crociere paga 2 euro. E l’aeroporto? Se fai check-in qui e ti imbarchi, puoi prendere quella fetta di mercato. Ma Messina non c’è in questi documenti, tra le città che possono beneficiare di alcune norme come queste, perché non c’è stato dialogo in passato. Questa è una delle due soluzioni, l’altra il piano di riequilibrio”. Grazia, poi, spiega: “Non faremo conti per gli altri, ma per noi. Dobbiamo capire il reale stato dei bilanci per poter intervenire”.

Licenziamenti, assunzioni e partecipate

“E andiamo al personale: noi non licenzieremo – prosegue l’assessore designato di Croce – non è nella nostra filosofia”. Anche il capitolo legato alle assunzioni è al centro di un tema vasto come quello dei bilanci comunali. E di comunale c’è proprio la macchina, che attualmente ha 1.800 dipendenti e 5 dirigenti, mi pare una macchina scarna. Serve un piano moderno, perché le sfide sono tante. Ma non c’è sviluppo se non saniamo i conti”. Infine Grazia parla delle società partecipate: “Ci sono elementi essenziali, come acqua, trasporti, rifiuti. Poi vogliamo lavorare molto nel sociale e ci piace pensare a sport, turismo e cultura come qualcosa da organizzare in modo pratico”. Il nodo sarà la Patrimonio spa: “Lì faremo un ragionamento per valorizzare gli immobili e vedremo cosa fare, quali vendere o tenere”.

Croce: “L’invito è al dialogo”

Le conclusioni, poi, arrivano da Croce: “Il tema non è il colore di chi governa. Non è in base al colore che si viene aiutati da regione o nazione. Ci sono stati contributi a favore di alcune territorialità che avevano difficoltà, ma sembra che la città di Messina sia stata posta fuori da questi contesti. Il problema è di dialogo non di colore: il mio è un invito a ripartire da questo, perché sono convinto che il ministro x, y, debba ascoltare il territorio e andare incontro. Il futuro deve partire da un cambio di approccio. Bisogna fare uscire Messina dalle secche di uno sviluppo stagnante”.