Cronaca

Operazione Coccodrillo, l’accusa chiede sostanziosi sconti di pena in appello

Si avvicina la sentenza al processo di secondo grado per l’operazione Coccodrillo, la maxi inchiesta dei carabinieri su un vasto giro di droga che dalle province calabresi, dove gli spacciatori si approviggionavano di droga, si snodava poi in vari centri della provincia di Messina. Oggi il pg Ada Vitanza ha chiesto alla corte d’appello di Messina uno sconto di pena per tutti gli imputati coinvolti nel processo, la cui posizione era stata definita in primo grado col rito abbreviato. L’accusa ha avanzato quindi richieste di condanne più lievi, rimodulando quasi tutte le pene che erano state decise in abbreviato sulla scorta delle più recenti sentenze di Cassazione relative soprattutto allo spaccio ed alla configurabilità del reato associativo. Chieste anche la concessione delle attenuanti generiche e quelle relative ai fatti di lieve entità. La Corte ha poi acquisito anche la sentenza emessa la scorsa primavera dal Tribunale di Patti che aveva condannato 3 imputati e assolto altri 3 di loro, alcuni accusati del reato associativo, in un processo stralcio che riguardava episodi di spaccio avvenuti nell’area nebroidea. Ecco le condanne sollecitate dall’accusa: 6 mesi per Giuseppe Citraro, 8 mesi per Antonino Accardi, 6 anni e 8 mesi per Giacomo Ventrani, 7 anni per Marialuisa Billeci, 3 anni per Giuseppe Burrascano e Letterio Costa, 9 anni e 4 mesi per Angelo Cacocciola, 8 anni per Antonio Cacocciola, 7 anni e 5 mesi per Giuseppe Cacocciola, 15 anni per Angelo Cannavò, 7 anni ed 8 mesi per Marco Cappuccio, 16 anni per Francesco Cutugno ed Elovic Skenderonic, 7 anni e mezzo per Giuseppe Cutugno, 2 anni e 2 mesi per Lirio Di Marco, l’assoluzione per Gabriele Gagliano, 7 anni e 8 mesi per Giuseppe Giannusa, 10 anni per Lorenzo Mario Giuliano, 7 anni e 3 mesi per Claudio Lanza, 7 anni e 4 mesi per Giovanni Ripinto.

Il blitz era scattato nel 2012 con oltre 40 arresti tra Palermo, Messina e la provincia. Nel mirino dei carabinieri erano finite due organizzazioni che smerciavano soprattutto hashisc, marijuana ma anche cocaina tra Palermo e la Locride, passando per le principali piazze della città dello Stretto. L’altro gruppo operava tra Santo Stefano di Camastra, Villafranca, Rometta e Patti.

La parola passa, domattina, ai difensori, gli avvocati Salvatore Giannone, Giovambattistra Freni, Salvatore Silvestro, Giuseppe Carrabba. Entro il fine settimana la Corte dovrebbe entrare in camera di consiglio per poi pronunciare il verdetto.