“L’incuria e il degrado dipendono anche dai cittadini che non protestano”

se giriamo a piedi la città e ci allontaniamo un po’ dal centro cittadino, notiamo l’assoluto abbandono di molti luoghi, e la completa assenza di manutenzione nelle strade, nelle aiuole, nei tobini, nei marciapiedi e in tutto ciò che dovrebbe essere curato come patrimonio pubblico dei cittadini. In alcuni posti, le chiome degli alberi sfiorano i marciapiedi a tal punto da impedire il passaggio pedonale con erbacce, fogliame mai raccolto, e rami secchi che fanno da contorno ai tronchi degli alberi non adeguatamente curati e potati. Più volte qualche cittadino più sensibile a questi temi ha richiesto all’assessorato all’ambiente interventi di potatura e scerbatura, senza tuttavia mai ottenere per adesso alcun risultato apprezzabile. Per non parlare poi delle buche che in certe strade appaiono delle vere e proprie voragini, che mettono a repentaglio la sicurezza delle persone. Ma è mai possibile che nessuno protesti adeguatamente per simili inadempienze? E la cosiddetta società civile, i commercianti, le associazioni culturali, gli abitanti delle zone interessate, perchè non si fanno sentire? Perchè non denunciano? Perchè non si organizzano? E i quartieri che ci stanno a fare? E i partiti cosa fanno? Possibile che nessuno intervenga?
Queste gravi mancanze in una città come Messina, dovrebbero essere affrontate con la giusta tempestività, facendo intervenire gli addetti ai servizi comunali e provinciali su tutto il territorio, al fine di limitarne i disagi. Invece, nessuno se ne lamenta! E che dire del trasporto pubblico quasi inesistente, di modesta qualità e in eterna agonia? E delle costruzioni abusive che hanno limitato l’accesso al mare in alcuni tratti di spiaggia del tutto impraticabili, inquinate dagli scarichi fognari o utilizzate come discariche di rifiuti di ogni genere? Sicuramente, il degrado e lo svulippo di una città non dipendono dal caso, ma dalla qualità dei propri cittadini e dalla competenza dei suoi amministratori. Ma l’indifferenza e il qualunquismo che ci hanno sempre contraddistinto, hanno finito spesso per avvantaggiare i potenti, relegando le masse bisognose alla precarietà eterna, sempre in attesa di qualsosa che non arriverà mai! Quante volte i messinesi si sono sentiti offrire in campagna elettorale, un posto di lavoro, un sussidio, una casa popolare, un condono edilizio, o una pensione d’invalidità? Quasi sempre! Avranno capito i miei concittadini che bisogna necessariamente “spezzare” il sistema clientelare che opprime la città? Spero tanto che la bandiera della protesta legittima e sacrosanta, possa essere alzata dai figli più illuninati, dagli intellettuali, dai giovani studenti, dai disoccupati, dai precari, dalle donne e dagli uomini di buona volontà, nella consapevolezza che la rinascita civile, morale e culturale della nostra città, non può più essere rimandata. Un cordiale saluto

Emanuele Ferrara