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Messina. Dopo 100 giorni apre lo sbocco in viale Europa ma la via don Blasco resta inutile

MESSINA – Era lo scorso 12 febbraio, cento giorni fa, e si era subito capito che si trattava di un’inaugurazione da campagna elettorale, alla vigilia delle dimissioni della giunta De Luca. 3 km su 3,8, si era detto, un’informazione fuorviante se è vero, com’è vero, che da quel giorno il tratto nuovo utile è stato solo di 170 metri, quello tra via Salandra e via Roma.

Di nuovo, oltre alla riqualificazione dei tratti già esistenti, c’era anche il collegamento tra via Santa Cecilia e viale Europa, che però si poteva percorrere solo su sé stessi, ritornando al punto di partenza perché era chiuso lo sbocco su viale Europa. “Aprirà in settimana” – ci era stato detto quel giorno – ma, forse, non era stato specificato quale settimana. Così di settimane ne sono trascorse quattordici e la vicenda è diventata una farsa ancor più di quell’inaugurazione.

Oggi, finalmente, intorno alle 16 quello sbocco su viale Europa è stato aperto. Ma ci tocca di nuovo spegnere gli entusiasmi. Se prima la nuova via don Blasco era totalmente inutile (se non per il tratto tra via Salandra e via Maregrosso) ora forse possiamo togliere l’avverbio “totalmente” ma non l’aggettivo “inutile”.

Perché da oggi si potrà andare da via Santa Cecilia a viale Europa, tramite via don Blasco, ma non si tratta di un grande beneficio, visto che il collegamento non prosegue né a nord (ostacolo ponte Rfi) né a sud (ostacolo ex Rifotras).

Ponte Rfi di Santa Cecilia

E tra l’altro su questi due fronti non ci sono buone nuove. Rfi ha chiesto una proroga per i lavori al ponte di Santa Cecilia, che farebbe slittare anche i lavori di abbassamento della quota stradale. Lavori che il Comune sta valutando di poter fare contemporaneamente, per non dover bloccare il cantiere a lungo. “Abbiamo incontrato Rfi – dice il direttore dei lavori, l’ing. Antonio Rizzo – e stiamo trovando la soluzione per fare i due cantieri in parallelo, in aree differenti”.

Ex Rifotras

Per la bonifica dell’area ex Rifotras, invece, non si è ancora conclusa la seconda gara d’appalto (la prima non era andata a buon fine), quindi i lavori, che dovrebbero durare tre mesi, non sono neppure iniziati. E poi serviranno ancora altri due mesi per realizzare i circa cento metri di strada mancante. Se ne parlerà, insomma, per la fine dell’anno.

Il cavalcavia

Niente lavori, ancora, neanche per la demolizione e ricostruzione del cavalcavia. “Abbiamo tutte le autorizzazioni – prosegue Rizzo -, di recente anche quella sulla non assoggettabilità della valutazione d’impatto ambientale, ora abbiamo chiesto alla Regione la perizia per il cavalcavia. Poi stiamo formalizzando l’occupazione temporanea delle aree, una parte di Rfi e una parte di un supermercato, per realizzare la strada alternativa durante i lavori. Gli uffici sono all’opera, speriamo di poter partire entro un mese”.

Da qui fino a via Salandra, insomma, bisognerà aspettare il 2023.

Il nodo Atm

Il primo vero beneficio, per la città, potrebbe finalmente aversi a breve, quando verrà “sciolto” il nodo Atm con l’apertura del tratto tra via Maregrosso e via Acireale. Sarà a quel punto che la nuova via don Blasco, almeno per la metà sud, inizierà a diventare utile. Si potrà percorrere l’intero tratto da via Salandra a viale Gazzi, quasi 2 km di vera alternativa continua a via La Farina. “Venerdì abbiamo completato il passaggio tra area a monte e a valle, ora faremo la pavimentazione e in settimana si asfalterà. Poi bisognerà attivare il gruppo semaforico e limare i dettagli, si potrebbe aprire nell’arco di tre o quattro settimane” – conclude Rizzo. Con la speranza che non finisca come per i semafori di viale Europa…