Economia

Messina, ecco quanto la fuga dei giovani pesa sullo sviluppo

MESSINA – Se l’economia nel suo complesso sembra tenere ai colpi della pandemia e della crisi energetica, i primi segni della diaspora giovanile sullo sviluppo della provincia messinese cominciano a vedersi e quantificarsi. Le start up per esempio, il caso più rappresentativo di impresa giovane, sono calate del 22%, un vero e proprio crollo. Il dato viene fuori dal bilancio della Camera di Commercio di Messina, che chiude il 2022 con segni complessivamente positivi e che contemporaneamente con il segno + celebra anche il fine mandato del consiglio, in carica dal 2017 ad oggi sotto la presidenza di Ivo Blandina e prossimo al rinnovo, nel 2023 (a entrambi gli argomenti saranno dedicati successivi approfondimenti).

“Se la produzione nel complesso non registra grosse variazioni di volume, spinta soprattutto dall’e commerce che ha tenuto la produzione durante la pandemia, le start up hanno avuto un vero e proprio tracollo – spiega la segretaria generale Paola Sabella – Vuol dire che lo spopolamento del territorio messinese comincia a riflettersi anche sulla economia e la produzione. E vuol dire che dobbiamo lavorare per rendere sempre più appetibile ai giovani la città e la provincia, convincerli a restare e creare valore”.

La fotografia attuale generale è però tutt’altro che a tinte fosche. I dati tracciati dall’ente parlano infatti di un export in crescita, il 2% in più nell’anno concluso, malgrado appunto covid 19 e crisi energetica, e di un numero di imprese, in prevalenza del terziario, grosso modo invariato. “Se l’e commerce ha avuto la prevalenza rispetto al commercio di prossimità vuol dire che è in quella direzione che dobbiamo stimolare le nostre imprese – conferma il presidente Blandina – e devo dire che in questi anni lo abbiamo fatto, attraverso attività formative e informative specifiche, molto apprezzate dagli associati.”

leggi qui I dati dello Svimez su Messina città vecchia

Paola Sabella