Cronaca

Messina, giustizia con l’acqua alla gola. Si corre ai ripari

Una media di 1072 case a giudice, più di tre volte in più rispetto quanto un altro giudice italiano ha da smaltire. E’ questo il carico di lavoro delle toghe messinesi – 13 i giudici in servizio – impiegate nel settore civile. Delle cause civili pendenti, più di 8 mila sono aperte da più di 3 anni, quasi 400 aspettano di esser definite da più di dieci anni. E questo malgrado ogni giudice del civile ha una produttività media di 182 sentenze. Rispetto al totale dei procedimenti civili pendenti, infine, 8.052 sono ultratriennali e, nello specifico, sono ultradecennali 397 cause di prima sezione nella quale la produttività media dei magistrati è pari a 182 sentenze.

La giustizia messinese è al collasso. Malgrado l’impegno dei giudici soprattutto nel settore civile, l’amministrazione giudiziari ha bisogno di urgenti risorse. Una situazione su cui ha lanciato l’allarme il presidente del Tribunale Marina Moleti e che viene fuori puntuale, ogni inizio anno, con l’apertura dell’anno giudiziario.

Un appello raccolto dalla deputata FI Matilde Siracusano, che ha incontrato la Moleti per discutere “dei temi relativi all’emergenza organico per il Tribunale e per gli uffici giudiziari della città dello Stretto: troppo esiguo in relazione alle cause pendenti. “

“Nelle scorse settimane – spiega la Siracusano – ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia, Marta Cartabia, per chiedere un intervento immediato del Ministero per sanare definitivamente una carenza che non permette alla città dello Stretto di avere una giustizia giusta, veloce ed efficiente”.