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Messina. Green pass, Filt Cgil e Uil Trasporti: “No a discriminazioni sul lavoro”

MESSINA – “L’estensione del Green pass al lavoro privato viene rappresentata di certo come una norma fondamentale della tutela della salute e della ripresa economica. Tuttavia l’imminente entrata in vigore, disposta per il 15 ottobre 2021, dell’obbligo del green pass ai lavoratori privati per lo svolgimento dell’attività in sicurezza presuppone anche l’organizzazione di un sistema di controllo efficace del possesso della certificazione verde, che ad oggi in talune attività lavorative appare complessa e di non facile applicazione”. Lo sostengono i segretari generali di Filt Cgil Carmelo Garufi e della Uiltrasporti, Michele Barresi, in un documento indirizzato al prefetto Cosima Di Stani, all’Atm, al sindaco di Messina Cateno De Luca ed all’organismo di Medicina e sicurezza sul lavoro.

“ALL’ATM TURNI ARTICOLATI NELLE 24 ORE CON PRESE DI SERVIZIO IN LOCALITA’ DIVERSE DALLA SEDE”

“Nell’Azienda trasporti Messina – spiegano Garufi e Barresi – oltre la metà del personale è legato a turni di servizio articolati  in orari durante tutte le 24 ore e con presa in servizio dei dipendenti, in svariate località diverse dalla sede centrale. Ad oggi – proseguono – l’azienda non ha fornito  dettagli sulle modalità con cui intenderà  procedere all’attività di controllo, che tuttavia ci appare complessa e di difficile attuazione se espletata prima dell’inizio dell’attività lavorativa del dipendente, mentre se effettuata a campione e quindi durante il servizio potrebbe causare anche l’interruzione improvvisa dello stesso con disservizi per l’utenza. In mancanza di chiare linee guida e di un’organizzazione preventiva, capillare e attenta quanto ad oggi disposto dal Decreto legge del 21 settembre 2021, potrebbe causare giornalmente, specialmente tra il personale legato all’esercizio (autisti di bus e tram ad esempio), una non prevedibile e consistente riduzione del personale, non immediatamente sostituibile, che potrebbe mettere a rischio anche la regolarità del servizio pubblico di trasporto”.

“NO A COSTI ECONOMICI PER I LAVORATORI NON VACCINATI”

Viene poi evidenziato che “vi sono i costi economici a cui i lavoratori, non vaccinati, andrebbero incontro per ottemperare all’obbligo del green pass sul luogo di lavoro”. Ad avviso di Filt Cgil e Uiltrasporti “l’obbligo di possesso del green pass, per accedere ai luoghi di lavoro, essendo stato introdotto per garantire lo svolgimento dell’attività in sicurezza, potrebbe rientrare nella casistica disciplinata dal decreto legislativo 81/08 (Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di  lavoro). All’articolo 15 recita: ‘Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori’ e pertanto dovrebbe essere sollevato da ogni onere a riguardo. A tal proposito – fanno notare i sindacalisti –  l’Atm Spa ha un medico competente aziendale che potrebbe essere periodicamente coinvolto per effettuare i tamponi ai lavoratori che ne facessero richiesta garantendo operazioni senza spese per i dipendenti e nella tempistica che la norma prevede”.