Cultura

Messina. Il linguista: “In italiano si dice sindaca, basta con retaggi maschilisti”

MESSINA – Le parole sono importanti diceva Michele Apicella/Nanni Moretti nel film “Palombella rossa”. Da parte sua Fabio Rossi, professore ordinario di Linguistica italiana all’Università di Messina, allievo di un maestro come Luca Serianni, da poco scomparso, mette in evidenza: “Tante professioni, un tempo, erano appannaggio degli uomini. Oggi rifiutarsi di adattare le lingue alle istanze di genere è retrogrado. Vuol dire vivere fuori dal consesso sociale. Perché? La lingua italiana prevede che i nomi mobili, anche quelli di professione, si flettano in base al genere, se a ricoprire una data carica sia una donna”.

Da qui la convinzione dell’esperto: “Dunque avvocata, sindaca, assessora, delegata direttrice d’orchestra, la presidente, ministra, e così via. Il fatto che a molti non piacciano è una riserva ideologica, e maschilista, dovuta al fatto che finora quelle professioni sono state appannaggio maschile. A chi obietta che la carica neutralizza il genere, io rispondo: allora dovete dire che Elisabetta è il re d’Inghilterra! A quel punto tacciono”.

“Ci sono riserve ideologiche sui ruoli al femminile”

Ma qualcuno sostiene che spesso il ruolo al femminile suoni male o che non sia gradevole. “Bello e brutto non sono categorie linguistiche. E in questo caso neppure estetiche, bensì ideologiche. Su questo nell’ultimo anno – dichiara Rossi, con la serenità e la competenza di chi affronta da anni questi temi –sono state scritte tonnellate di libri e articoli. Tra l’altro, io mi occupo di una branca della linguistica in ascesa, denominata Ideologie linguistiche, che si occupa proprio di questi argomenti”.

“Le lingue sono in continuo movimento”

Precisa il docente universitario, romano ma residente a Messina: “In questi ambiti non ha senso la dicotomia giusto / sbagliato o esiste / non esiste, visto che le lingue umane sono in continuo movimento e in negoziazione di norme e usi tra i parlanti e il loro codice. Proprio questo significa ideologie linguistiche“.

Aggiunge Rossi: “Michele Cortelazzo, illustre linguista ed ex presidente della nostra associazione della Storia della lingua italiana (Asli), consiglia addirittura di scrivere la pubblica ministera, con il passaggio di un nome solo maschile (ministero) al femminile. Il tutto motivato dal fatto che l”espressione ministero ha la nuova funzione di esprimere una professione. E non un ente politico o un edificio”.

Il ricordo di Serianni

Treccani Giunti Tvp, quando è morto Luca Serianni, lo scorso 21 luglio, ha voluto ricordarlo con le parole dello stesso Rossi, autore della Grammatica per la prestigiosa casa editrice: “Esprimere che cosa significhi la scomparsa di Luca Serianni è impossibile. Dei suoi meriti scientifici e didattici, noti al mondo intero, si è scritto tutto. Con lui, però, non se ne va soltanto l’autore di testi fondamentali per la linguistica italiana. Con lui se ne va un Maestro che ha messo al primo posto la missione dell’insegnamento. Per Luca ogni singolo studente, di scuola come d’università, era un figlio da accompagnare e consigliare, perché, come disse alla sua memorabile lezione di congedo accademico nel 2017, «per me voi siete lo Stato»: si stava rivolgendo ai suoi studenti, guardandoli negli occhi uno a uno. Quelle tue parole, caro Luca, e quel tuo sguardo rimarranno per sempre e, non meno dei tuoi libri, continueranno a guidarci e a ispirarci. Grazie, Luca”, ha concluso Fabio Rossi.