Cronaca

Messina, la scuola riparte. Ma dove? La caccia alle nuove aule

Distanza buccale, cioè tra le bocche e le teste degli studenti; banchi singoli; spazi aperti e classi ridotte. Sono tanti i provvedimenti previsti dalle Linee guida per la ripartenza delle scuole, affinché a settembre si ritorni in classe, in presenza e sicurezza.

L’ipotesi migliore sembra quella dei turni differenziati ma resta, a Messina, il problema degli spazi. Molte scuole non potranno riaprire perché mancano gli ambienti, vi sono le cosiddette “classi pollaio”, dove gli spazi sono davvero troppo piccoli. In più vi è un dislivello tra zone con tantissime iscrizioni e zone totalmente prive di utenza.

Ma allora come intervenire per non privare i ragazzi del loro diritto allo studio? Ne parla l’Assessore alle Politiche Scolastiche Vincenzo Trimarchi, al termine della commissione consiliare svoltasi proprio per discutere la ripartenza della scuola.

La ricognizione

“Abbiamo incontrato i primi dirigenti scolastici, cui seguiranno altri incontri e stiamo svolgendo una ricognizione precisa degli ambienti, gli Istituti hanno ricevuto una scheda dove precisano il numero degli studenti, i metri quadri disponibili, i finanziamenti e gli interventi necessari” spiega Trimarchi.

Lo Stato fornisce alle scuole 800 mila euro per gestire le spese, per la manutenzione dei locali, la sanificazione degli ambienti, i nuovi arredi, l’assunzione dei docenti, ma non vi è il tempo per attuarli entro il 1° settembre, data in cui si riaprono le porte degli istituti Scolastici.

La caccia alle aule

Bisogna sfruttare al meglio quanto, già, si possiede, perciò parte la caccia ai nuovi ambienti adatti alla ripartenza, nel rispetto delle norme di sicurezza e dei requisiti necessari.

Le difficoltà nascono dal loro essere ambienti in disuso o in zone distanti e periferiche, in cui non è presente molta utenza, ma non mancano le proposte. “Un esempio è la scuola di Ortoliuzzo, chiusa per carenza di iscrizioni ma a norma, sarebbe un ottimo spazio da utilizzare se non mancassero le persone. I consiglieri comunali hanno proposto di provare a creare un’utenza, magari organizzando dei pullman, c’è chi preferisce frequentare le lezioni in una scuola distante, anziché nelle ore del pomeriggio” racconta. Gli altri possibili siti per le nuove aule potrebbero essere la vecchia sede del Provveditorato, una sede a Contesse per la zona Sud e un’altra sede in centro, nella zona oltre il tribunale. Una proposta è, inoltre, l’Istituto Don Bosco, proprietà della Curia.

A consigliare di affidarsi al sostegno della Curia è stato anche il consigliere Gioveni, proponendo l’utilizzo degli ambienti destinati a incontri parrocchiali o oratori.

“I dubbi nascono dal poco tempo che abbiamo per interventi impegnativi la cui utilità sarà solo momentanea. Ci auguriamo di uscire fuori al più presto, e del tutto, da questa emergenza. Ma in una situazione così eccezionale ne abbiamo davvero bisogno, dobbiamo garantire il diritto ai ragazzi di crescere e studiare in totale serenità e sicurezza” conclude l’assessore.