Società

Messina, negata assunzione a disabile ma il Tribunale gli dà ragione

MESSINA – Il Policlinico di Messina dovrà assumere un lavoratore disabile “scartato”, dopo una prima ammissione delle prove selettive, per presunte incompatibilità fisiche con la mansione. Lo ha stabilito il Tribunale del Lavoro di Messina che ha dato ragione al lavoratore, accogliendo il ricorso degli avvocati Georgia Campo e Antonio Romano.

Per l’uomo si tratta di una storia a lieto fine e del riconoscimento di diritto che fa ben sperare per tanti altri lavoratori nella sua condizione, grazie al superamento di uno “scoglio”, in giurisprudenza, su cui si era pronunciato con una sentenza innovativa, in tempi relativamente recenti, anche il Tar di Palermo.

L’assunzione negata

Doppia vittoria per il messinese di 47 anni, visto che in prima battuta si era ritrovato invece a perdere il ricorso ed era stato condannato al pagamento di ingenti somme processuali, dopo che gli era stato negato il diritto all’assunzione pur avendo superato positivamente tutto l’iter selettivo.

Il caso è iniziato nel settembre del 2023. In materia di collocamento rivolto ai disabili, il Centro per l’Impiego di Messina aveva stipulato una Convenzione con il Policlinico “Gaetano Martino” ai sensi della Legge n. 68/1999. Quest’ultimo aveva quindi avviato le prove di selezione per nuove assunzioni all’interno dell’azienda sanitaria e tramite il Centro l’uomo era stato selezionato. Poi però non è mai entrato in servizio. Per procede all’assunzione infatti era richiesto il nulla osta del centro, che è stato negato.

Il ricorso

Considerando che il soggetto risultava professionalmente qualificato al ruolo di operatore centro elaborazione dati (uno dei ruoli tecnici previsti dal bando), era stato chiamato dallo stesso Centro per l’Impiego e avviato alle prove selettive superandole brillantemente, qualificandosi quindi pienamente idoneo allo svolgimento dell’attività. E’ a quel punto che al candidato è stato comunicato il diniego di assunzione, facendo leva su presunte incompatibilità fisiche incompatibili all’attività da svolgere.

Il primo ricorso al Tribunale di Messina si è però concluso negativamente per il 47enne e il 29 novembre 2023 il giudice ha rigettato il ricorso, negando il diritto di assunzione e contestualmente condannandolo al pagamento di ingenti spese processuali. Spese insostenibili considerando che il soggetto disabile percepiva soltanto un assegno di invalidità civile.

“Non abbiamo mai smesso di credere nella giustizia. La battuta d’arresto, in realtà, ci ha motivato ulteriormente per restituire dignità sociale e umana al nostro cliente. Il lavoro nobilita l’uomo, una frase di Charles Darwin, ma come sappiamo la dignità del lavoro è uno dei cardini della nostra Costituzione: tutti abbiamo il dovere e il diritto di svolgere un’attività lavorativa in considerazione di scelte e possibilità precise, per un sano progresso sociale individuale e collettivo”, dicono gli avvocati Campo e Romano.

La sentenza

Il ribaltamento arriva a marzo 2024. Il Tribunale in composizione collegiale (presidente Romeo) dà ragione ai due legali e condanna il Centro per l’impiego a rilasciare il nulla osta. Le spese giudiziarie, invece, sono pienamente ricadute sull’assessorato regionale a causa dell’illegittima condotta del Centro per l’Impiego messinese che, come è stato sottolineato, oltre a danneggiare un soggetto disabile e idoneo al lavoro, non ha tenuto conto dei programmi normativi statali ed europei in tema disabilità, violando la normativa e le linee guida preposte all’inserimento delle persone fragili nella società del lavoro. In giudizio si era costituito anche il Policlinico di Messina.