sanità

Messina, Nemo Sud. Azione: “Soluzione non chiara, poco da festeggiare”

“Un festeggiamento mentre le campane suonano a morto”. Così
Eleonora Urzí Mondo, del comitato regionale siciliano di Azione in merito alla soluzione trovata dalla Regione per il centro clinico Nemo Sud.

“Nemo non è un marchio interscambiabile con altri come se bastasse solo un’operazione di marketing magistrale: non è una questione di forma, è sostanza. Due degli attori principali sono e restano. Sarà il Policlinico a proseguire il servizio con la benedizione della Regione? Se ha fatto così bene in questi anni continuerà di certo ad eccellere (e noi ce lo auguriamo senza ironie). Il NeMO Sud era (non è!) un centro specializzato nella presa in carico di pazienti che hanno bisogno di ben altro rispetto alla prenotazione di una visita qui, una líì, un giorno pneumologica, uno cardiologica e così via. La questione non è stata risolta per niente e chi afferma questo lo fa mentendo sapendo di mentire perché la tutela dei pazienti che in questi anni hanno trovato nel NeMO Sud un ricovero (nel senso più pieno del termine) completo, si avrebbe laddove questi non avessero la minima percezione di quel che sta accadendo. Invece le denunce social, i disagi e le proteste raccontano proprio un’altra storia: il NeMO è stato scientemente affossato. Poi, che sia per interessi terzi o perché improvvisamente si è riconosciuto un profilo di illegittimità non è ancora dato saperlo. E non è questione di poco conto. Su questo, Regione, Università e Policlinico hanno il dovere di dare una spiegazione. Non esiste in nessun caso che si dica a gran voce la parola ‘illegittimità’ senza dare chiarimenti. Perché se ciò fosse acclarato si renderebbe necessaria una precisa e puntuale chiarificazione, ovvero una discolpa – usiamole le parole adeguate – da parte dei protagonisti di questi anni e della claque della prima fila. Tra gli attori principali noi non dimentichiamo che ci sono proprio Università, Policlinico e Regione. Il resto è fumo negli occhi e ne facciamo a meno perché non risolve, non chiarisce e non scongiura altro caos”.

“Azione si è posto da subito in un atteggiamento di ricerca della verità, scevro da simpatie o contrapposizioni ex ante. Priorità ai pazienti; garanzia dei lavoratori; ma guai a mettere da parte le responsabilità e la verità. Un ‘abbiamo scherzato siamo stati tutti tanto bravi, pacca sulla spalla e volemose bene’ è una conclusione inaccettabile, per quanto ci riguarda. Per parlare di ‘vittoria’, ‘bel lavoro’ e farsi sanguinare le mani per gli applausi, non è il momento; finché non si dimostrerà di essere pronti -nei fatti e non a parole- a sopperire a questa chiusura, e ad affrontare appieno la faccenda rendendola trasparente come è giusto che sia, non c’è da festeggiare proprio niente”, conclude Urzí Mondo.