Cultura

Messina. “Povero Gesù” e “Giuditta e il Monsù”, presentazioni dei libri con gli autori

MESSINA – L’incontro di presentazione del libro di Felice Scalia, “Povero Gesù”, è organizzato in collaborazione con La Piccola Comunità nuovi Orizzonti. L’autore, questo pomeriggio alle ore 17:30, converserà alla Feltrinelli Point con Rita Fulco e Daniele Pompejano.

Padre Felice Scalia è gesuita dal 1947. Laureato in filosofia, teologia e scienze dell’educazione, ha insegnato alla facoltà teologica dell’Italia Meridionale e poi all’Istituto Superiore di Scienze Umane e Religiose di Messina. Collabora con Presbyteri, Horeb, Rivista del clero, Vita consacrata, Spirito e Vita e Vita Pastorale.

Sempre oggi, mercoledì 25 maggio a Villa Piccolo di Calanovella, a Capo d’Orlando, presentazione da parte dell’autrice Costanza DiQuattro del suo ultimo libro “Giuditta e il Monsù”. Introduce Andrea Pruiti Ciarello, presidente della fondazione Piccolo di Calanovella. Conversa con l’autrice  Milena Romeo, giornalista e direttore di Cento Sicilie. Letture della professoressa  Antonella Ricciardo Calderaro

Povero Gesù

Che succede in tempi strani e misteriosi quando si interrompono le attività ordinarie e si teme che si possa essere untori o unti non appena si incontra qualcuno? Si può mettere ordine nei pensieri e affrontare problemi prima rimossi perché troppo impegnativi, concentrarsi sull’essenziale della vita e il riordino mentale: si riordina il “disordinato”, il confuso, sperando che alla fine della fatica il puzzle, se non completo e nitido, sia almeno accettabile. Le pagine che seguono non sono il racconto di tormenti, né un trattato teologico; sono il tentativo di trovare il coraggio di entrare nel “tunnel” per uscirne rinnovati. Gesù direbbe “risorti” o “rinati”.

La verità ci possiede, noi non la possediamo, dunque la cerchiamo per poterla vivere. La cosa più accessibile non è partire dal “mistero” di Dio, né dal “mistero” di Gesù di Nazareth – benché questo sia centrale – ma dall’esperienza che l’uomo ha fatto di Gesù, dal Vangelo quindi, e poi da come è stata presentata la novità cristiana dalla Chiesa, anzi da coloro che sono il “fondamento” della Chiesa: il popolo che segue Gesù e, in particolare, gli Apostoli. Ripercorrere un cammino può essere utile, anche per dire che tanti anni di vita religiosa e presbiterale non hanno prodotto un “pentito”. Almeno per ringraziare il Signore, ne vale la pena.

Giuditta e il Monsù

Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l’ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall’aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l’inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine vissute ed estati indolenti, ricette tramandate e passioni ostinate, il romanzo si spinge fin dove il secolo volge, quando i genitori invecchiano e le picciridde crescono. C’è chi va in sposa a un parente e chi a Dio, ma c’è pure chi l’amore, di quello che soffia sui cuori giovani, lo troverà lì dov’è sempre stato: a casa. Dopo “Donnafugata”, Costanza DiQuattro invita a sfogliare un nuovo album di famiglia, fatto di segreti inconfessabili, redenzioni agrodolci, e tanta, infinita dolcezza.

Costanza DiQuattro (Ragusa, 1986), dal 2008 si occupa attivamente del Teatro Donnafugata, di cui dal 2010 è direttore artistico con la sorella Vicky DiQuattro, dando inizio a importanti collaborazioni artistiche con prestigiosi teatri nazionali e compagnie teatrali. Parallelamente alle stagioni di prosa, di musica classica e di teatro per bambini, coadiuvata da uno staff tutto al femminile, si apre alla organizzazione di festival e mostre. Come autrice, oltre che testi teatrali, ha pubblicato  per Baldini e Castoldi, La mia casa di Montalbano e Donnafugata; Giuditta e il Monsù è la sua ultima fatica letteraria,  anche questa pubblicata dalla stessa casa editrice