Emergenza idrica, Anna Maria Raffa: “Sull’orlo di una crisi di nervi”

Sull’orlo di una crisi di nervi

Domenica 25 sera: quando tutto ebbe inizio

Aveva sentito del problemuccio idrico e pensò di agire per priorità: prima doccia alla bimba (anche se lei non esultava per la precedenza assicurata), poi piatti lasciati sporchi dal marito e in notturna lavatrice, almeno non si andava in giro ignudi. Lei la doccia l’avrebbe fatta di mattina.

Lunedi’: Ultimo giorno di penuria (anzi no)

Sveglia alle 6.00 e doccia alle 6.30 con un filo d’acqua gelida, con cui tenta di levarsi l’appiccicosissima maschera per capelli e i vari saponi con cui ha coperto tutto il suo corpo. Qualche minuto dopo apprende che la scuola per la bimba premurosamente lavata la sera prima (fortunata!) sarà chiusa … con il conseguente impatto d’urto sull’organizzazione familiare; anche gli uffici rimarranno chiusi … ma ovviamente non il suo. Vasco alla radio canta “Odio i lunedì, odio quel giorno lì…

Martedi’: a breve verrà ripristinato il servizio idrico

In serata dicono, bene: si è inevitabilmente generata un’altra lavatrice di panni sporchi, la bimba può ancora attendere, tanto l’asilo sempre chiuso è (esulta la piccola zozzona, candidata all’analfabetismo), lei i suoi capelli li ha lavati la sera prima e si sa, fa male lavarli tutti i giorni. Interi gruppi familiari si riuniscono per le lavatrici e docce, come un tempo si faceva per la visione della Tv.

Mercoledì : L’acqua fra poche ore verrà ripristinata

E’ questione di poche ore, ci siamo quasi: si commuoverebbe se non avesse paura di sprecare acqua preziosa, i panni sporchi e le lavatrici da fare sono oramai due, comincia ad essere un problema farsi il caffè la mattina, e ha speso un patrimonio in cibo pronto e piatti e bicchieri di plastica. Si fa l’ennesima doccia con un filo d’acqua gelida ancora più sottile pensando che deve essere stata una tortura che praticata anche a Guantanamo.

Mercoledì sera : di acqua non se ne parla per almeno altri cinque giorni

Niente lavatrici, niente docce, niente shampoo, niente vestiti puliti, almeno di non lavarli con l’acqua minerale … e anche quella scarseggia. Fiorisce il mercato nero dell’acqua di contrabbando, mutande pulite di contrabbando, deodoranti che profumano per 24 h e profumi addirittura indelebili, anch’essi di contrabbando. Organizzazione familiare distrutta dalle ristrettezze sopportate: cerca soluzioni di ogni tipo, lavarsi a mare, fare i panni nel torrente Annunziata, trasferirsi in un'altra città, mettersi in ferie fino a quando possa garantire di non costituire un pericolo igienico sanitario per gli altri. Lavora in provincia, dove fanno la differenziata da quasi due anni, come glielo spiega che da lei la differenziata è più un vezzo intellettuale e che la spazzatura raccolta random non è il solo problema igienico sanitari del loro capoluogo di provincia? Adatta e cita Dante, “Ahi, serva Messina di dolor ostello, nave senza nocchier in gran tempesta, non donna di provincia … ma di bordello” E loro capiranno, come quando all’ennesima spiegazione su come si fa la differenziata, collocarono nel suo ufficio, per facilitarle la vita, il bidone dell’indifferenziato, tanto la differenziata sarebbe rimasta una complicazione che lei non avrebbe mai dovuto affrontare.

Si chiese se lo stato di città metropolitana, o l’area integrata dello stretto non fossero traguardi troppo ambizioni per una città che ha problemi igienico sanitari come il Maghreb. Ironia della sorte, come per l’Egitto e le sue dieci piaghe, lesse dell’allerta meteo dei successivi giorni, e per una volta esultò: almeno un’ abbondante doccia se la sarebbe potuta fare.

Anna Maria Raffa