Il post emergenza scandito dalle richieste di dimissioni e dagli appelli: “Ridiamo la parola ai messinesi”

Finita (o quasi) l’emergenza idrica adesso inizia il tempo delle polemiche. Non che in questi giorni siano mancate, anzi tutt’altro. Adesso però iniziano le valutazioni “a mente lucida” e dunque vengono fuori i primi appelli, i commenti, le analisi. In primis ciò che risuona forte e chiaro è la richiesta di dimissioni dei responsabili di come l’emergenza idrica è stata gestita. E se non saranno dimissioni ecco che scatta l’appello indirizzato ai messinesi affinchè si riapproprino del diritto a poter “cacciare” quest’amministrazione comunale. A dirlo sono le stesse associazioni che nei mesi scorsi hanno duramente contestato la gestione Atm e l’assenza di dialogo con l’amministrazione Accorinti. Associazione ADIS, Cittadinanzattiva, Compagnia del Mezzogiorno, Federazione dei Verdi, Federazione Nuova Destra, Insieme per la Sicilia, Italia dei Valori, LabDem Regionale, L’Alternativa Possibile, L'Altra Messina, Movimento Consumatori del Sud, Reset, Sicilia Democratica, Umanesimo e Riformismo vogliono ridare la parola ai messinesi e per questo colgono con compiacimento le iniziative e le dichiarazioni di alcuni partiti e consiglieri comunali, da destra a sinistra, che hanno anticipato la volontà di mettere fine a questa “lunga agonia” che ha portato i messinesi a dimostrare, ancora una volta ed al contrario di quanto sostenuto da tanti, una civiltà, una pazienza, una tolleranza ed una compostezza che crediamo si sarebbe tramutata in ben altro in qualunque altro contesto. “Ci auguriamo dunque che la Politica, almeno come la intendiamo noi e fino ad ora assolutamente assente, si assuma finalmente, come accaduto a Roma, la responsabilità di ridare la parola ai messinesi prima che sia troppo tardi. Pur facendo gli scongiuri è evidente che l’inadeguatezza e le difficoltà create ai cittadini ed agli imprenditori messinesi dalla gestione della crisi idrica e sanitaria potrebbero apparire ben poca cosa in confronto a ciò che potrebbe accadere nel caso di una vera calamità naturale. Crediamo che qualunque persona di buon senso che avesse davvero a cuore le sorti della città oggi, al posto del Sindaco, farebbe un passo indietro per "incapacità manifesta". Cosa che noi gli chiediamo ancora una volta pur avendo constatato che il suo ego prevalga avendolo visto occuparsi più della sua immagine che non delle emergenze cittadine. Visti precedenti però non avendo quindi grandi aspettative anticipiamo che, nell’attesa che il Sindaco si pronunci, riproporremo, già da oggi, la raccolta firme già avviata da “decide Messina” per chiedere le sue dimissioni facendo girare i moduli ed organizzando una serie di punti informativi”.

Le associazioni annunciano che venerdì mattina terranno una conferenza stampa nella quale oltre a chiarire le questioni sin qui annunciate, torneranno alla carica su Atm per spiegare alla città perché l'attuale gestione di Atm, al contrario delle dichiarazioni dell'azienda e dell'amministrazione comunale, renda già oggi inattuabile il Piano decennale di riequilibrio.

Sull’emergenza idrica dice la sua anche “Futuro a Sinistra” coordinato dall’ex accorintiano Maurizio Rella, che non accetta che il sindaco Accorinti parli solo del dissesto idrogeologico e delle cause che in questi giorni hanno messo in ginocchio la città. “I fenomeni atmosferici e le ferite di questa nostra terra non devono costituire l'alibi attraverso il quale sfuggire alle responsabilità politiche, tergiversando sulle questioni irrisolte di carattere tecnico-amministrativo” scrive Futuro a Sinistra che, stigmatizzando l'inadeguata gestione dell’emergenza, richiama l'Amministrazione, l'Amam e la Prefettura ad agire di concerto, evitando i rimpalli di responsabilità e gli irresponsabili ritardi nel prendere atto dell'emergenza che hanno esposto la cittadinanza dinnanzi a situazioni di rischio. “Chiediamo cosa sia stato fatto, in due anni e mezzo in merito all’attività di monitoraggio e quindi alla prevenzione del danno, soprattutto nei tratti più sensibili dell’acquedotto. Quali opere di manutenzione e di presidio dei tratti più a rischio siano state attuate, poiché la sensazione diffusa è che quanto è accaduto, pur essendo ampiamente prevedibile, abbia trovato l’amministrazione totalmente impreparata”. Poi un altro punto forte a cui ha fatto riferimento in questi giorni il sindaco: gli esiti favorevoli del referendum sull’acqua bene comune e il mancato utilizzo dell’acquedotto dell’Alcantara, a causa degli alti costi applicati dall’EAS, a seguito della prevalente privatizzazione dell’ente. “L'analisi ci trova perfettamente d'accordo, pertanto al Sindaco chiediamo quali azioni abbiano intrapreso l’AMAM e l’Amministrazione in ordine ad eventuali azioni tecnico amministrative e/o politiche che andassero verso il rispetto della volontà popolare chiaramente espressa in esito al referendum in questione. Tutto si ferma ai proclami e ad inaccettabili e non condivisibili giustificazioni.
In considerazioni di queste motivazioni riteniamo che alla base delle inadempienze e responsabilità esposte sia necessario l’accertamento da parte della Procura della Repubblica di eventuali responsabilità di carattere tecnico amministrativo, nel contempo riteniamo imprescindibili e chiediamo con forza le dimissioni del Presidente dell’AMAM Leonardo Termini per le carenze e l’inadeguatezza degli interventi ravvisati. Al sindaco Renato Accorinti un cambio di rotta dell’Amministrazione a partire dalla gestione dell’AMAM e “dell’ acqua bene comune”.