cronaca

Messina? Sporca e pericolosa secondo i crocieristi. Il report dell’Authority

I crocieristi vedono Messina sporca e poco preparata ad accogliere i turisti: scarsi i cartelli informativi, andare in giro a piedi non è semplice e a volte è anche rischioso, gli operatori dell’offerta turistica sono poco preparati sotto il profilo linguistico, parlano pochissimo e non comprendono correttamente l’inglese. Tutti continuano a preferire Taormina e l’Etna sopra ogni cosa, ma apprezzano anche i nostri cannoli.

Report Crocieristi nello Stretto – Risposte Turismo

Queste le criticità che dal 2014 ad oggi hanno frenato la crescita del crocierismo, che comunque, se pur lentamente, si sviluppa, tanto che Messina resta tra i primi 10 porti di approdo del sistema crocieristico italiano.

Lo ha spiegato l’Authority dello Stretto, presentando i risultati della ricerca commissionata alla “Risposte Turismo”, forse la principale società di consulenze di settore in Italia. Ricerca che ha analizzato la situazione fino all’inizio del 2020 ma che è comunque utile, secondo il presidente dell’Authority Mario Mega, proprio perché in questo momento, dopo la pandemia, si rielabora l’offerta del territorio per le compagnie di crocierismo che fanno tappa a Messina.

crocieristi target

Il report, che è parziale anche perché non prende in considerazione l’aspetto fondamentale della ricaduta economica del settore, è stato presentato ieri dall’Authority, dalla società “Risposte Turismo” e dal professor Filippo Grasso dell’Università di Messina.

intervista crocieristi Messina

I dati – illustrati dal presidente di Risposte Turismo Francesco Di Cesare – analizzano il mercato e danno alcune indicazioni su quali sono le cose da fare subito, per migliorare l’offerta ai crocieristi in arrivo, e integrare nell’offerta, o meglio migliorare la presenza, dei porti di Milazzo – che nel 2020 ha fatto il record i 6 mila presenze crocieristiche con 5 compagnie, e Reggio Calabria, che non è mai andata oltre i 10 mila movimenti nel 2014.

Milazzo e Reggio Calabria

Sono soprattutto europei i crocieristi che sbarcano a Messina (65 mila gli italiani, 150 mila provenienti dagli altri paesi UE, 110 mila gli extra Ue, soprattutto statunitensi) 110 mila extra Ue e si fermano mediamente 10 ore e più al giorno: la maggioranza sono italiani, poi spagnoli. Infine ci sono molti statunitensi, la prevalenza degli extraeuropei. Purtroppo pochi operatori locali parlano l’inglese, però.

Laurà, Di Cesare, Mega, Grasso

Il 14% dei turisti non scende affatto dalla nave, mentre un buon 35% utilizza i tour organizzati dalle stesse compagnie crocieristiche. C’è una grossa fetta di turisti che, quindi, si muove autonomamente, e che andrebbe meglio “intercettata” e a cui andrebbero offerti pacchetti di visite guidate, che ad oggi sono ancora pochi.

Analizzando il materiale informativo prodotto dalle compagnie e i siti web, la ricerca ha scoperto che il nome di Messina è ben visibile nella maggior parte dei casi, il territorio è abbastanza ben rappresentato nelle immagini. Spicca in questo senso la presenza del territorio di Taormina e dell’Etna, che resta in cima anche alle preferenze espresse dai crocieristi. Taormina a parte, i crocieristi dicono di apprezzare particolarmente la cucina locale e la Torre dell’Orologio in piazza Duomo.

Tornando alle criticità, le maggiori segnalazioni dei crocieristi arrivano sulla scarsa pulizia della città e sulla viabilità, poi i pochi negozi aperti. Aspetti che, in verità, sono tra le più frequenti lamentazioni rispetto anche a tante altre città italiane, ha spiegato Di Cesare.

Altra precisazione in questo senso è quella relativa all’impegno che il Comune di Messina ha messo per superare tali problemi, con l’Amministrazione De Luca. Impegno riconosciuto anche dal presidente Mega, dialogando con l’assessore Caruso, ma che la ricerca non focalizza, vista la datazione dei rilevamenti (i crocieristi sono stati intervistati anche all’inizio del 2020 sulle esperienze degli anni precedenti).

“Abbiamo preparato tour specifici di visita, come le gite subacquee, i tour ai laghi di Ganzirri e quelle sui Peloritani, poi degli spot sulla città da lanciare sulle navi, prima della sosta, infine parecchio materiale in 3D. Ma abbiamo bisogno di poter dialogare con le compagnie per mettere sul piatto tutto quanto”, ha detto l’assessore Caruso, chiedendo la collaborazione dell’Authority in questo senso.

I ricercatori di Di Cesare hanno ascoltato anche i stakeholders di settore (quindi le compagnie e gli operatori), scoprendo che le “lamentazioni” coincidono con quelle dei crocieristi. In più le compagnie evidenziano il ritardo nel completamento del terminal, ovviamente, un dato affatto marginale, per l’offerta turistica messinese. “Ma i lavori sono bloccati per via dei contenziosi sull’appalto”, ha puntualizzato Mega, “allargando le braccia” come si suol dire.

“A parte le criticità sin qui rilevate, abbiamo il grosso problema dell’accessibilità dei turisti disabili e ancora non riusciamo a portare i crocieristi al museo di Messina”, ha aggiunto il professor Grasso, che ha spiegato che UniMe è disponibile, tramite una semplice convenzione, a mettere a disposizione i propri esperti statistici per il monitoraggio dell’esperienza dei crocieristi – un altro neo segnalato da di Cesare – e che sono rimasti inutilizzati i sistemi progettati dall’ateneo per migliorare l’accessibilità a chi ha difficoltà linguistiche.

Il cammino sembra ancora lungo, per dire che Messina è una città appetibile per le navi da crociera di tutto il mondo, e la crescita lentissima di questi ultimi anni lo dimostra. E resta ancora troppo in ombra l’aspetto relativo all’integrazione di Milazzo e della Calabria. Insomma molte conferme, pochi spunti di novità ma qualche indicazione interessante, nel report dell’Authority. “Ma posso dire che in tutti i territori in cui abbiamo evidenziato le criticità, poi si è cominciato a lavorare per superarle”, ha detto Di Cesare.