Coronavirus

Messina, vaccini Covid in Fiera. Code ridotte ma ancora caos prenotazioni. FOTO

“Com’è possibile che i vulnerabili con prenotazione per oggi siano stati mandati a casa poiché i sanitari avevano solo vaccino Astrazeneca? Mandate un messaggio e avvertite!”. E’ uno dei messaggi arrivati stamani alla nostra redazione, ed è quanto effettivamente è accaduto.

“Mio padre ha 68 anni e la sclerosi multipla – racconta un’altra nostra lettrice –. Gli è stato detto che il sistema ha registrato la sua prenotazione come avente diritto al vaccino Astrazeneca e non riconoscendo alcuna patologia e che ciò si evince dal fatto che la prenotazione riporta la dicitura “padiglione a” dove fanno appunto Astrazeneca. Mio padre risponde che se non facesse parte delle categorie vulnerabili non sarebbe neanche riuscito a registrarsi sul sito e mostra il tesserino. Niente da fare. Affermano che serve un certificato del medico curante che attesti la sua patologia. Chiede allora di fare il vaccino Astrazeneca perché desideroso comunque di vaccinarsi ma gli viene detto che non è possibile perché ha la sclerosi multipla”.

Un’altra testimonianza: “Ieri dalle 11.45 alle 17, io, mio zio, e mio padre siamo rimasti in fila sotto le intemperie con circa 2000 altri poveri diavoli come noi. Ho prenotato tramite numero verde per specificare che mio zio è cardiopatico codice esenzione 414 con due interventi di stent, e mio padre diabetico codice esenzione 013 con anche un tumore alla coda del pancreas, desumendo (sbagliando) che mi avessero prenotato per Pfizer. Dopo sei ore di estenuante fila senza acqua, senza cibo, senza sedie, con un bagno per 2000 utenti, ci hanno comunicato che era la fila per Astrazeneca, ci hanno bocciato il vaccino e ci hanno liquidati con un ‘richiameremo per prenotare Pzifer'”.

Sul fronte delle code “oggi è andata molto meglio – fa sapere l’Ufficio emergenza Covid -, con maggiore prefiltro esterno”. Ma i guai stanno nella piattaforma, che registra le prenotazioni solo in base alle età e non anche alle patologie.

Accade così che alcuni cittadini, di età compresa tra i 70 e i 79 anni, con patologie per le quali è indicato il vaccino Pfizer e non Astrazeneca, non abbiano ricevuto la dose per mancata corrispondenza dei codici di esenzione. Servirebbe allora un certificato redatto dal medico di famiglia ma i professionisti dicono di non aver ricevuto alcuna indicazione in tal senso. Un cortocircuito che andrebbe risolto al più presto, per vaccinare le persone appartenenti alle categorie più a rischio.