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Messina. “Vivere in baracca accorcia la vita di 7 anni rispetto ad altre zone della città”

MESSINA – “Vivere in baracca accorcia la vita. Lo dicono i numeri”. Il presidente della settima commissione consiliare Dino Bramanti fa una triste sintesi dell’analisi dei numeri. Che vanno al di là delle note preoccupazioni.

“Esiste un documento al cui interno si traggono conclusioni basate su dati e analisi – esordisce – che fa emergere in maniera preoccupante un trend inimmaginabile. Si è infatti rilevato che la popolazione che abita nelle baracche vive mediamente sette anni in meno rispetto agli abitanti di altre zone della città. Negli ultimi 30 anni, pertanto, la vita media dei cittadini di queste zone è stata di 69 anni contro i 77 delle altre zone cittadine”. Un territorio segnato da una condizione di vita che riduce in modo netto la possibilità di arrivare ai 60 anni: nelle baracche la possibilità è pari al 69%. Sedici punti in meno rispetto al resto della città (85%).

“Nello specifico, da medico – spiega Bramanti – ho voluto soffermarmi su alcuni dei tantissimi casi in cui la malattia di soggetti che vivono in baracca, si complichi notevolmente. Spesso si dimenticano le migliaia di persone affette da gravi patologie, anche ‘rare’, che abitano i cosiddetti ‘rifugi di fortuna’. Le baraccopoli sono spazi urbani sovraffollati e insalubri costruiti spessissimo da materiale inadatto, edificati illegalmente e in zone ad elevato rischio di violenza. L’auspicio è quello di vedere attuate tutte le leggi speciali volte alla consegna di alloggi disponibili e quindi all’immediato risanamento delle zone maggiormente colpite da questo, oramai, centenario problema”.

La commissione consiliare permanente ha voluto puntare i riflettori, in particolare, sulle aspettative di vita dei disabili in emergenza abitativa e le relative prospettive. Bramanti ha allargato il raggio di analisi, mettendo in luce la questione sanitaria ed il gap di salute, con un approfondimento sulla vita media nelle zone maggiormente esposte in diversi quartieri della città. Una analisi inquietante, illustrata alla presenza degli assessori alle Politiche sociali Alessandra Calafiore e al Risanamento Salvatore Mondello; del presidente di Arismè e Messina Social City, Marcello Scurria e Valeria Asquini e del presidente della V municipalità Ivan Cutè.

Ieri, mentre in Commissione consiliare si sciorinavano i numeri sulla invivibilità nelle baraccopoli, il Senato si è occupato della grave situazione di degrado in cui versa la tredicesima città d’Italia. Dando il via libera alle misure urgenti, con atti parlamentari (seguirà il passaggio alla Camera) per un risanamento in tempi rapidi delle aree fatiscente che umiliano Messina. (Carmelo Caspanello)