Messinambiente: Rossi saluta ma resta consulente attraverso la sua società, con benefit extra

Per sei mesi è stato ufficialmente il braccio destro del liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci in tutte le azioni amministrative e gestionali messe in campo per risollevare la società di via Dogali e un disastrato servizio rifiuti. Fin dall’arrivo di Ciacci a Messina il suo nome e la sua presenza si sono legati al nuovo corso che l’amministrazione Accorinti ha voluto dare a Messinambiente, tanto che quando fu nominato consulente con un contratto a progetto da 35 mila euro quasi nessuno rimase sorpreso, anche se le polemiche su costi e incarichi non si sono mai sopite. Stiamo parlando di Raphael Rossi, il compagno di squadra che Ciacci ha chiamato al suo fianco per gestire i guai e le difficoltà di Messinambiente, dopo che anche il suo curriculum era stato presentato insieme a molti altri quando Ciacci lanciò il bando per reclutare esperti e consulenti. Rossi ha lavorato, da esterno, per Messinambiente esattamente dal 18 aprile al 17 ottobre scorsi, con l’incarico di fornire “supporto tecnico per la riorganizzazione dell’attività aziendale per il conseguimento degli obiettivi posti dal liquidatore”. Un contratto da 35 mila euro lordi per sei mesi, con copertura extra delle spese di viaggio, vitto e alloggio, e che definiva anche le attività principali per le quali un esperto e professionista in materie ambientali come Rossi era stato chiamato a Messina. Rossi nei sei mesi a Messinambiente si è occupato di: analisi della situazione aziendale, supporto alla struttura nei rapporti con l’Ente locale, monitoraggio della procedure e dei rapporti tra azienda e Comune, nuova quantificazione del servizio eseguito da Messinambiente.

Nel frattempo i sei mesi sono volati, il contratto è scaduto il 17 ottobre, ma per Rossi l’esperienza messinese è tutt’altro che finita. Come ha raccontato il giornalista Alessio Caspanello sull’ultimo numero del settimanale Centonove “Rossi di fatto è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra”. Per il torinese nuovo contratto di collaborazione e dunque ancora lavoro a Messinambiente perché a quanto pare Ciacci ha deciso di non rinunciare al suo valido collaboratore. Stavolta però è cambiata la formula degli accordi, Rossi ha chiuso con la consulenza a progetto e ricomincia con una collaborazione che Messinambiente ha siglato con la società Re-Sources s.a.s. di Torino di cui, neanche a dirlo, Rossi è amministratore unico.

Un accordo siglato lo scorso 3 dicembre, proprio nel giorno in cui la Re Sources veniva iscritta nel registro delle imprese, e che affida alla società di Rossi quasi lo stesso incarico che aveva svolto nei mesi precedenti: “attività di supporto professionale alle funzioni aziendali di Messinambiente per agevolare il coordinamento tra esse e permettere l’attuazione più rapida e completa delle decisioni strategiche assunte dal liquidatore”. Nello specifico la società di Rossi si occuperò di: gestione del personale, riduzione della spesa ed efficientamento, supporto amministrativo-contabile, progettazione di nuovi servizi.

Un accordo che nasce con una premessa da parte di Ciacci che sottolinea che “il proficuo rapporto di collaborazione avviato con Raphael Rossi ha permesso di raggiungere e consolidare importanti risultati”, risultati che vengono messi nero su bianco e che, giusto per citarne alcuni, spaziano dalla trattativa con il Comune per una corretta definizione degli importi necessari alla copertura dei costi del servizio, alle prime misure attuate per la messa in sicurezza della piattaforma di Pace, passando per le iniziative avviate sia a Messina che a Taormina per una maggiore sensibilizzazione sul tema dei rifiuti, l’acquisto di mezzi, cassonetti e gps, istituzione del Coordinamento di direzione (Codir), controllo e monitoraggio dei mezzi in tempo reale, riorganizzazione aziendale, sanzioni disciplinari.

Per tutti questi risultati, visto che la collaborazione con Rossi è andata avanti anche dopo il 17 ottobre, e poiché la Re Sources aveva presentato proposta di collaborazione, Messinambiente ha deciso di affidare l’incarico. La Re Sources è impegnata nelle attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle altre scienze naturali e dell'ingegneria e, si legge nell’accordo, “occupa ruolo di primaria importanza nel settore ed ha comprovata esperienza nella gestione dei progetti in questione collaborando, lo stesso socio, con molteplici società a partecipazione pubblica”. Di certo l’esperienza di Rossi è indiscutibile e lo dice il suo ricco curriculum a cui si è di recente aggiunto, dopo la prima parentesi Messinambiente, l’incarico di amministratore unico della “Formia Rifiuti Zero srl”. Più discutibile forse la comprovata esperienza della sua società costituita solo il 28 novembre scorso.

Ma vediamo quanto costa questa nuova partnership che la società in liquidazione di via Dogali si può evidentemente permettere, nonostante si facciano costantemente i conti con i soldi che non bastano mai per il servizio. “Per l’espletamento delle attività oggetto del presente contratto sono previste un numero di 50 giornate di lavoro, di cui un terzo di trasferta, cioè presenza presso la sede aziendale e la rimante parte come lavoro remoto di ricerca, studio e redazione di documenti. Il corrispettivo complessivo per lo svolgimento dell’incarico ammonta a 31.334 euro iva esclusa e sono a carico di Messinambiente le spese di viaggio, vitto e alloggio”.

Dunque 31 mila euro per 50 giornate lavorative, contro i 35 mila per sei mesi che Rossi aveva incassato per la prima collaborazione. Tra l’altro per il nuovo incarico 10 mila euro sono stati già pagati alla firma del contratto, altri 10 mila saranno versati dopo le prime 30 giornate e la rimanente parte alla scadenza del contratto.

Un contratto che di fatto consente alla governance di Messinambiente di andare avanti sulla strada intrapresa, un’operazione che si potrà giudicare alla fine sulla base di risultati e obiettivi raggiunti. E che tra vecchio e nuovo incarico sta costando alla città quasi 70 mila euro.

Francesca Stornante