Dal fallimento alla MessinaServizi: i sacrifici sulle spalle dei lavoratori

Dal fallimento alla MessinaServizi: i sacrifici sulle spalle dei lavoratori

Francesca Stornante

Dal fallimento alla MessinaServizi: i sacrifici sulle spalle dei lavoratori

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lunedì 11 Dicembre 2017 - 07:03

C'è una bozza di transazione che ogni singolo lavoratore potrebbe ritrovarsi di fronte per decidere se accettare le condizioni dettate da Messinambiente per onorare il concordato depositato in Tribunale e scongiurare il fallimento. I dipendenti sono tutti creditori. Frattura insanabile tra i sindacati

Il tempo stringe e per l’operazione Messinambiente-MessinaServizi questa fretta rischia di diventare una buona alleata per chi vuole chiudere in tempi brevi le procedure di passaggio dei lavoratori tra le due società a qualsiasi costo e con ogni mezzo. Le regole sarebbero chiare e ben definite da una legge regionale che non piace, che non è compiuta, ma c’è e si deve rispettare. La sensazione però è che si stia lavorando per compiere questo passaggio a prescindere da tutto e con i mezzi che renderanno più agevole il trasferimento. E così rischia di riaprirsi la discussione su Srr o passaggio diretto, nel buon nome della tutela dei posti di lavoro e del servizio pubblico. Una cosa però dovrebbe essere chiara a tutti: in nessun caso i lavoratori rischiano di perdere il lavoro, perché la procedura Srr non mette in discussione l’occupazione, e del resto lo hanno già sperimentato i dipendenti di Messinambiente del cantiere di Taormina transitati alla Mosema e gli ex Ato3 già passati alla MessinaServizi attraverso la Srr. Quindi adesso qual è il gioco che si sta portando avanti? Non c’è molta chiarezza e soprattutto si è aperta una voragine difficilmente sanabile tra i sindacati impegnati su questo fronte. Da un lato c’è la Cgil che ha deciso di sposare appieno le scelte di amministrazione comunale e società, dall’altro ci sono Cisl, Uil e Fiadel che continuano a tirare il freno di fronte ad un modus operandi che non li convince.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’accordo siglato lo scorso 4 dicembre dalla Cgil, l’amministrazione comunale e Messinambiente su una tappa che è forse ancora più decisiva per i 488 lavoratori e che dovrà essere compiuta prima di avviare il passaggio.

I dipendenti, tutti creditori di una società che deve in tutti i modi rendere solido il suo piano concordatario per evitare il fallimento, adesso dovranno decidere se avallare questo piano o meno. Per questo è stato messo in piedi un atto che ognuno di loro dovrà firmare per essere “dalla parte” di Messinambiente. Un accordo transattivo che detta precise condizioni che i lavoratori dovranno accettare e che prevede rinunce importanti. Un accordo su cui Cisl, Uil e Fiadel vogliono vederci chiaro perché non hanno intenzione di accompagnare i lavoratori su una strada che li pone di fronte a scelte così drastiche. I sindacati avranno un ruolo decisivo, visto che si tratta di una conciliazione sindacale, quindi il lavoratore si troverà a firmare un accordo che prevede la presenza del rappresentante sindacale, del liquidatore di Messinambiente e del conciliatore della Confesercenti.

L’obiettivo della società è conciliare le controversie legate alle spettanze economiche che ogni dipendente può rivendicare. Una transazione a condizioni ben precise, confezionate ovviamente per rispondere al meglio alle esigenze del piano concordatario. La bozza è già stata redatta e adesso dovrà essere sottoposta ai lavoratori perché dipende da quanti decideranno di firmare se è questa la strada da seguire o se si dovranno apportare dei correttivi. Perché per Messinambiente è necessario avere l’ok da parte di un numero sostanzioso di dipendenti, altrimenti questo rifiuto si tradurrà in un voto negativo sul piano concordatario. Ipotesi che la società ovviamente vuole scongiurare.

I punti salienti riguardano Tfr e contenziosi e sono questi gli aspetti che destano maggiori perplessità. Sulla questione Tfr si mette in chiaro che il lavoratore accetterà che sarà il Comune a versare il Tfr maturato lavorando per Messinambiente e dovrà rinunciare espressamente alla solidarietà di Messinambiente e di MessinaServizi. Chi firma accetterà anche che il Tfr verrà versato dal Comune al momento del piano di pensionamento del lavoratore o comunque alla risoluzione del rapporto con MessinaServizi, quindi non si potrà avere subito all'atto del licenziamento da Messinambiente come prevede la normativa vigente. Lo stesso accadrà con il debito connesso alle altre voci di retribuzione per permessi, ex festività soppresse e ore accantonate e non godute, maturate durante la gestione pregressa dell’affitto di azienda: sarò cioè il Comune a dover coprire interamente queste spese.

Ancora più intricato è invece l’aspetto legato alle cause e ai contenziosi che i lavoratori hanno o hanno avuto con Messinambiente. Ed è qui che di fatto si chiedono i maggiori sacrifici ai dipendenti. In pratica, firmando l’accordo, si accetterà di rinunciare ai diritti e alle domande fatti valere nel giudizio dinanzi al Tribunale di Messina. Con un colpo di penna si chiudono le cause con Messinambiente, ma non è tutto: le spese del giudizio rimarranno compensate tra le parti e ognuno dovrà pagare ai propri avvocati e ai propri consulenti quanto loro spettante per l’assistenza e l’attività prestata. Il lavoratore dichiarerà così che con la sottoscrizione dell’accordo si ritiene soddisfatto di ogni suo diritto e pretesa, che non attiverà altri procedimenti e che non si rivarrà mai nei confronti di MessinaServizi per motivi che riguardano il rapporto di lavoro avuto con Messinambiente.

Un accordo che ha carattere transattivo e che condiziona inevitabilmente le rinunce e i consensi all’omologazione del concordato preventivo.

Le ombre però sono ancora tante, anche se su tutta la vicenda sembra essere calato uno strano silenzio che non fa presagire nulla di buono. Il clima si fa pesante, c’è il timore che qualcuno stia agitando lo spettro del fallimento di Messinambiente per “convincere” i lavoratori a firmare l’accordo senza che siano stati approfonditi a fondo tutti gli aspetti e senza che ci sia stato un reale confronto sui contenuti di questi documenti.

Anche per questo oggi Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel hanno deciso di indire una conferenza stampa per puntare i riflettori sul percorso “rischioso” intrapreso dall'amministrazione. Spiegheranno le motivazioni della mancata firma dell'accordo sindacale per il passaggio del personale e illustreranno le perplessità sulle modalità del transito del personale e le mancate risposte sul pagamento del Tfr e delle ferie non godute, evidenziando i rischi di un'operazione che coinvolge 500 lavoratori ed un servizio essenziale per la cittadinanza.

Insomma, la bomba sembra pronta a esplodere. E si preannuncia una guerra senza esclusione di colpi.

Francesca Stornante

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