Emergenza rifiuti e conti al collasso, con la chiusura della discarica di Mazzarrà alle porte

Messinambiente continua navigare a vista e la terraferma è ancora troppo lontana. Messina sta vivendo una delle più gravi emergenze rifiuti degli ultimi anni, la città è sporca, interi quartieri sono letteralmente sommersi dai rifiuti e le richieste dei cittadini non trovano risposte adeguate da parte dell’amministrazione comunale. L’arrivo di 400 cassonetti usati e di 8 mezzi di seconda mano per la raccolta ed il trasporto in discarica (vedi correlato) può essere considerato un palliativo ma non può certo servire a far rientrare l’allarme igienico –sanitario di questi giorni, inevitabilmente legato alla disastrosa situazione economica vissuta dalla società di via Dogali.

Messinambiente è schiacciata dai debiti, come dimostrano anche i due bilanci recentemente approvati, relativi agli anni 2011 e 2012, che chiudono con un disavanzo di 5 milioni di euro. Il trend negativo sarà confermato anche nel bilancio 2013, come ha ammesso il commissario liquidatore Alessio Ciacci, sempre più sconsolato di fronte all’evidenza dei numeri, che di fatto affossano Messinambiente .

La società di via Dogali continua ad accumulare debiti e l’80% delle somme che il Comune traferisce alla sua partecipata- spiega Ciacci- servono a coprire i costi del personale, tra stipendi e contributi da versare allo Stato. Attualmente, quindi, Messinambiente è poco più di uno “stipendificio” e per far quadrare i conti – chiarisce ancora il commissario- bisognerebbe mandare a casa 200 persone dei 530 dipendenti iscritti nel libro paga dell'azienda. Ovviamente non è questa l’intenzione né del commissario Ciacci né dell’amministrazione Accorinti, che però dinanzi a sé ha solo due strade: o procedere con la liquidazione, rimasta di fatto sulla carta, e costituire un nuovo soggetto, partendo da zero; oppure risanare i debiti di Messinambiente.

Tuttavia, a ben 14 mesi dall’insediamento, la giunta Accorinti non è ancora in grado di dire cosa sarà della partecipata che gestisce i rifiuti. A confessarlo è l’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua: «Entro dicembre dovremo prendere una decisione, nel frattempo stiamo cercando di recuperare risorse per garantire a Messinambiente di operare al meglio». Ialacqua si riferisce ad alcune transazioni in corso a favore della società di via Dogali, che dovrebbero finalmente dare un po’ di respiro ai conti dell’azienda, e ai fondi in arrivo Palermo per il “porta a porta”.

La vera svolta nel settore dei rifiuti potrà avvenire, però, solo con la realizzazione dell’impianto di biostabilizzazione a Pace, che taglierebbe definitivamente i costi del trasporto in discarica. E, a proposito di discarica, a fine mese chiuderà sia quella di Mazzarrà Sant’Andrea che quella di Motta S.Anastasia (vedi correlato). Un bel problema per il Comune di Messina, e non solo, che a quel punto non saprà più dove conferire la spazzatura raccolta. L’assessore Ialacqua fa sapere di avere inviato una richiesta di incontro, per affrontare la delicata questione, al Prefetto, all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e al Ministero dell’Ambiente. Il 31 agosto è dietro l’angolo e non c’è tempo da perdere per non trovarsi il primo settembre con la spazzatura non solo nelle strade ma fin dentro casa.

Tra tante pessime notizie, ce n’è anche una positiva. Il 31 agosto sarà ultimato l’impianto di Pace per il trattamento della frazione secca dei rifiuti, che permetterà di smaltire i materiali selezionati con la raccolta differenziata (vetro, carta, plastica).

Danila La Torre