“La gente ci prende a pesci in faccia, siamo stanchi”. I lavoratori chiedono il passaggio all’Amam

Nelle scorse settimane lo avevano già detto a chiare lettere: “Non scaricate su di noi tutte le responsabilità dell’emergenza rifiuti”. I lavoratori di Messinambiente avevano convocato una conferenza stampa insieme alla segretaria della Fp Cgil Clara Crocè per far sentire la voce di chi ogni giorno tra mille difficoltà si sporca letteralmente le mani tra mille difficoltà, per raccontare problemi e inefficienze quotidiane. Hanno voluto ribadire tutto durante un’affollatissima assemblea a cui hanno preso parte l’assessore all’ambiente Daniele Ialacqua , il commissario liquidatore Giovanni Calabrò e il presidente della commissione bilancio del Comune Carlo Abbate. Una riunione indetta dalla Fp Cgil per chiedere all’amministrazione e al Commissario un cambio di passo e di conoscere i tempi per il passaggio dei lavoratori nella nuova società, in quanto i lavoratori al pari dei cittadini messinesi stanno vivendo un momento drammatico e di grande caos, hanno spiegato la segretaria generale Clara Crocè e il segretario provinciale Carmelo Pino.

I lavoratori ormai sono stanchi di essere considerati la causa dei disservizi e dell’aumento dell’odiosa tassa rifiuti. Non sono più disposti a sopportare questa situazione. La questione dev’essere risolta entro il mese di dicembre”. Questo il monito lanciato sia alla giunta che al consiglio comunale. “Non aspetteremo oltre, hanno detto senza mezzi termini, in queste condizioni non possiamo lavorare e rendere quei servizi che la città merita”.

Dure le testimonianze dei lavoratori: “Le persone ci prendono a pesci in faccia, eppure siamo la 22esima azienda italiana per produzione. Le persone però non sanno che lavoriamo su mezzi scassati e che quando piove non funzionano neanche i tergicristalli. Eppure non abbiamo mai posto un rifiuto a salire sui mezzi. Noi non chiediamo troppo, vogliamo i mezzi per lavorare e rendere i servizi”. Accorato l’intervento di un altro lavoratore che, rivolgendosi all’assessore Ialacqua, ha chiesto: ”Ma come pretendente la città pulita senza mezzi? Risultano cinque spazzatrici che funzionano, invece puntualmente sono guaste. Spesso sono costretto a rimanere in autoparco a non fare nulla, aiuto a scaricare qualche mezzo e poi? Voi le sapete queste cose? Eppure non sono un fannullone. In cinque anni non ho usufruito di un solo giorno di malattia. Ogni giorno mi presento al lavoro. Controllate quanti mezzi sono fermi e tutti assicurati”.

Ci dicono che siamo la causa dell’aumento dell’odiosa Tari– ha esordito un altro lavoratore- ma i cittadini devono sapere che i 58 milioni di debiti non li abbiamo creati noi. Chi sono e dove sono i veri responsabili del disastro? Noi siamo le maestranze, gli operai, quelli che in media percepiscono 1200 euro al mese, la maggioranza di noi è monoreddito e spesso deve mantenere anche altre famiglie che nel frattempo sono rimaste disoccupate. Non avete idea dei pesi che abbiamo sulle spalle. Non consentiremo a nessuno di giocare con il nostro futuro e con il pane dei nostri figli”.

Il presidente della Commissione ambiente del Comune di Messina Carlo Abbate, ha detto a chiare lettere che l’unica soluzione è il passaggio all’Amam, con l’accorpamento delle tre partecipate. “Adesso è necessario seguire tutti i passeggi propedeutici per l’approvazione degli atti necessari da parte del Consiglio Comunale- ha spiegato Abbate- per la mobilità dei lavoratori dell’Ato3 e di Messinambiente, l’unica misura prevista dalla legge che possa portare un risparmio sui costi del servizio. La delibera di approvazione relativa approvazione del piano ARO, è in attesa del parere dei revisori dei conti. Appena arriverà all’esame del Consiglio Comunale sono convinto che tutti i consiglieri Comunali faranno la loro parte” .

Sulla stessa line l’assessore Ialacqua che, dopo continui rinnovi di proroghe per Messinambiente, auspica che quella appena firmata per allungare ancora l’agonia della partecipate fino a dicembre possa essere l’ultima. “ Solo accorpando le società si possono avere dei risparmi e mettere la parola fine alla guerra infinita tra i vertici delle due società. Una cosa è certa: vogliamo evitare i licenziamenti e la privatizzazione del servizio. E’ necessario accelerare tutte le procedure perché in questo momento siamo in bilico sull’orlo del batratro una mossa sbagliata e si finisce tutti giù”.

Anche il commissario Calabrò si augura che durante questa nuova proroga di 93 giorni si riesca a chiudere il cerchio sul passaggio dei lavoratori. “Noi siamo sotto la lente di ingrandimento non solo dei cittadini ma anche dalla Procura. La proroga a tappe non va bene, non aiuta a risolvere i problemi. Noi non possiamo permetterci resistenze o che qualcuno possa mettere in difficoltà la società”.

Un cantiere aperto, un quadro ad oggi sconfortante. Tutti sembrano essere d’accordo sulla soluzione Amam. Bisognerà vedere cosa accadrà al momento di prendere le decisioni definitive. Che passano, ovviamente dal consiglio comunale.

F.St.