Progetti e compensi dei nuovi consulenti, consiglieri comunali con qualche interrogativo

Armando Di Maria e Raphael Rossi. Un vecchio volto di Messinambiente e un professionista che ha nel suo curriculum una sfilza di esperienze legate alla gestione rifiuti in diverse città italiane. Entrambi sono stati chiamati a svolgere attività di supporto per la riorganizzazione aziendale di Messinambiente. Hanno però progetti diversi, risultati da conseguire diversi, compensi diversi. Sono i due consulenti che il liquidatore Alessio Ciacci ha arruolato nella sua squadra con un contratto di collaborazione che prevede un incarico di sei mesi iniziato lo scorso 17 aprile e che si concluderà il 17 ottobre. Soprattutto su Rossi sono state tantissime le polemiche scoppiate nelle ultime settimane e legate proprio al “mistero” che sembrava aver avvolto le nomine del liquidatore Ciacci che prima della conferenza stampa di lunedì mattina non si era ufficialmente sbilanciato sui consulenti esterni, nonostante la presenza in città di Rossi risale già ai primi giorni dell’era Ciacci a Messinambiente. Adesso però si inizia a fare un po’ di chiarezza.

Dalla lettura dei contratti salta fuori che l’ex commissario Di Maria è stato nominato per portare avanti un progetto che prevede il seguente risultato: relazione sulle azioni di riorganizzazione aziendale per la realizzazione del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani, raccolta differenziata e spezzamento. In questi sei mesi Di Maria dovrà svolgere diverse prestazioni tra cui

analisi dell’attuale sistema di gestione di raccolta e spazzamento, supporto alla struttura nei rapporti con l’Ente, monitoraggio delle inefficienze nel sistema di raccolta e dei conferimenti impropri individuando un metodo per migliorare la gestione. Per questo incarico Di Maria avrà un compenso di ventimila euro totali lordi che saranno ripartiti in 6 rate, la prima da 5.714 euro e le altre cinque da 2.857 euro.

Anche per Rossi un contratto semestrale, ma il progetto del consulente giunto in città da Torino è mirato a portare relazione sulle azioni intraprese per il conseguimento degli obiettivi posti dal nuovo liquidatore. Monitoraggio e apprezzamento dello stato del servizio di raccolta e smaltimento e della evoluzione possibile attraverso soluzioni alternative adottabili per il conseguimento di migliori risultati in termini di efficienza ed economicità e con la ulteriore finalità di condensare utili conoscenze per applicazioni future, Nel contratto viene specificato che l’azienda ha selezionato il profilo del collaboratore a seguito di procedura pubblica di ricerca competenze sulla base dei curriculum vitae presentati e, nello specifico, concertandosi con le figure apicali di riferimento del Comune di Messina. Il riferimento è all’avviso di selezione bandito da Ciacci pochissimi giorni dopo il suo insediamento, un bando finito a sua volta sotto il fuoco incrociato delle polemiche perché considerato inutile vista la presenza, fin da subito, di Rossi al fianco di Ciacci. Il consulente anche in questo caso dovrà analizzare la situazione aziendale e fornire supporto alla struttura nei rapporti con l’Ente. A lui toccherà anche il monitoraggio delle procedure e dei rapporti tra azienda e comune individuando un metodo per migliorare le relazioni. Clausola già contestata del contratto: i risultati del progetto in questione resteranno di sua specifica competenza e proprietà,con la precisazione che saranno disponibili e ad uso di Messinambiente in vigenza di progetto o di ulteriori sviluppi operativi in sinergia con il collaboratore. Rossi guadagnerà 35 mila euro lordi in sei mesi con pagamenti in sei rate, la prima da 10 mila euro e poi 5 mila euro al mese da corrispondere in 6 rate, la prima da 10 mila euro e le altre da 5mila, coperte le spese viaggio, vitto e alloggio, dunque il Comune che pagherà potrà chiedere relazioni sull’operato con cadenza bimestrale.

Ci sono però dei passaggi che ancora non convincono i consiglieri comunali che in queste settimane avevano chiesto i documenti su queste nomine, senza ricevere risposte e dando vita ad aspri scontri a distanza tra l’aula di Palazzo Zanca e gli uffici di via Dogali. Nicola Cucinotta e Antonella Russo evidenziano intanto che il contratto di collaborazione a progetto (cocopro) stipulato con Raphael Rossi è datato 17 aprile 2014, vale a dire lo stesso giorno in cui si erano recati a Messinambiente per la richiesta degli atti della società. “Ciò significa che quanto da noi denunciato nell’interrogazione al sindaco e all’assessore al ramo, vale a dire che Rossi ha compiuto atti manageriali (sopralluogo discarica di Pace, effettuato insieme al dott. Di Maria il 5 aprile 2014, incontri con i rappresentanti sindacali l’8 e il 9 aprile 2014, incontro al Palacultura con i dipendenti aziendali, in presenza anche del Sindaco e dell’Assessore Ialacqua, dell’11 aprile 2014) quando ancora non rivestiva alcun incarico nella compagine aziendale, e quindi, per il rispetto del diritto alla privacy aziendale, non poteva avere alcun accesso agli atti amministrativi e finanziari dell’ente. I due consiglieri rilevano poi che il contratto stipulato con Rossi è un contratto di collaborazione a progetto, dove però manca lo specifico progetto da attuare, essendo invece l’attività richiesta estremamente varia, e genericamente riconducibile alla efficienza ed alla economicità del servizio di raccolta rifiuti. Con la conseguenza che tale contratto, in base alla legge Biagi e alla legge Fornero, potrebbe non essere considerato come cocopro, ma trasformarsi in contratto subordinato a tempo indeterminato. Cucinotta e Russo segnalano poi che potrebbe ravvisarsi una sovrapposizione di incarico tra Rossi e Di Maria ai fini del conseguimento di un simile risultato richiesto ad entrambi i consulenti, sottolineando poi come, pur essendo Rossi conosciuto a livello nazionale come esperto in materia di raccolta differenziata, il risultato a progetto di “realizzazione del nuovo sistema di raccolta RSU e raccolta differenziata e spazzamento”, viene richiesto a Di Maria, considerato, nella relazione iniziale del liquidatore Ciacci come uno dei responsabili del disastro economico di Messinambiente. Questi quesiti sono già stati posti allo stesso Ciacci, risposte però ancora poche. I consiglieri però sono pazienti e aspetteranno ancora qualche giorno. Vogliono che a chiarire tutto sia il Sindaco o l’assessore Daniele Ialacqua.

Francesca Stornante