La Vara, la stampa e il sacrosanto diritto di cronaca

«Durante le manifestazioni religiose non può essere limitata l’attività degli operatori dell’informazione, siano essi giornalisti, fotoreporter o cameramen, poiché svolgono un ruolo fondamentale nella divulgazione e comprensione di un patrimonio di fede, tradizioni e conoscenze che nella nostra regione ha ovunque, dalle grandi città ai piccoli centri, origini antichissime e radicate sul territorio». Così il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Vittorio Corradino, interviene con forza dopo l’annuncio, arrivato nel corso della conferenza stampa di presentazione della processione della Vara, sulle limitazioni di accesso della stampa all’evento del 15 agosto. “Motivi di sicurezza”, era stata la spiegazione data dall’assessore Dario Caroniti e dagli esponenti del comitato Vara, dopo l’incidente dell’anno scorso che ha coinvolto un fotoreporter. Ignorando, però, che si trattasse di un fotografo amatoriale, non di un professionista chiamato a svolgere il proprio lavoro, un dovere e anche un diritto.

«L’Ordine – ha aggiunto il presidente regionale – vigilerà sulla corretta applicazione del fondamentale diritto di cronaca dei colleghi messinesi». Sulla vicenda Corradino ha anche annunciato l’intenzione di chiedere un incontro al prefetto Alecci e al questore Gugliotta, dichiarandosi disponibile a fornire tutta la collaborazione possibile per tutelare il lavoro dei giornalisti che saranno impegnati il prossimo 15 agosto. Il diritto di cronaca non può avere limiti, nemmeno dietro il “velo” delle misure di sicurezza, riscoperte dopo decenni di normale cronache giornalistiche di quello che è l’evento più amato e sentito dai messinesi.