Provincia, Pdl-Udc: “amore politico” al capolinea tra numeri e ambiguità

Nanni Ricevuto ha scelto il basso profilo su quanto accaduto giovedì, in sede di approvazione del consuntivo 2010. Per il momento nessuna azione politica. Eppure, come sottolineato dopo la seduta, l’impotenza del Pdl di fronte al blocco Udc più opposizioni necessiterebbe, probabilmente, di un approfondimento politico attento. I centristi hanno lanciato un segnale ben preciso, l’ennesimo orientato ad allontanarsi dal partito azzurro: l’approvazione dell’emendamento che ha modificato di fatto il Conto ha dimostrato la fragilità dei numeri Popolo della Libertà e contestualmente evidenziato l’importanza dell’Udc per l’attuale esecutivo provinciale.

«E’ stato approvato il conto consuntivo alla Provincia Regionale di Messina, ma Ricevuto non ha più la maggioranza», è il commento inequivocabile del capogruppo dell’Udc-D’Alia, Matteo Francilia. Un messaggio forte, diretto. Tecnicamente, con l’approvazione dell’emendamento che ha avuto il parere favorevole dei revisori dei conti e del ragioniere generale, sono state accantonate o meglio “blindate” le somme dell’avanzo di amministrazione dalla dubbia esigibilità. «Ricevuto ed il Pdl – ha spiegato Francilia – avrebbero voluto che l’avanzo andasse direttamente sul bilancio di previsione, con l’impegno che comunque le somme non sarebbero state toccate. Adesso invece le somme non potranno essere destinate prima dell’eventuale assestamento alle spese correnti: prima si incassa e poi se ne parla».

Al di là degli aspetti finanziari, restano i dubbi, tanti, sulla tenuta della maggioranza. I numeri bulgari di inizio mandato appaiono un lontano ricordo: la separazione dall’Mpa ha fatto perdere sulla carta quattro consiglieri al centrodestra. E poi ancora il passaggio di Simone Magistri al gruppo misto. L’approdo di Galati Rando al posto di Natalino Natoli ad incrementare la squadra di Futuro e Libertà, alla quale si è aggiunto ufficialmente venerdì anche Enzo Calabrò. Una situazione che mette Ricevuto con le spalle al muro rispetto al ruolo dell’Udc a palazzo dei Leoni. Ecco perché una verifica di maggioranza appare necessaria, nonostante dalla giunta emergano richiami all’unità. Ma anche nel Pdl si respira un’area preoccupata, testimoniata anche, nello specifico contesto, dalla spaccatura sull’emendamento Francilia-Lombardo (una metà ha
espresso contrarietà, l’altra si è astenuta).

Intanto Fli continua il pressing rivolto proprio all’Udc affinché svolti definitivamente: «Per noi l’esperienza di Ricevuto a capo della Provincia è chiusa – ha dichiarato il deputato nazionale, Carmelo Briguglio -, lavoriamo già per offrire un’alternativa alla nostra gente insieme a chi vorrà stare con noi». Appello più marcato lanciato dall’Api, componente che fa riferimento a Francesco Rutelli e rappresentata a Messina da Giuseppe Chiofalo: «Bisogna cominciare a lavorare in prospettiva ad un “idea città metropolitana”che riguardi Comune e Provincia. Bisogna costituire sin da ora un tavolo di consultazione locale con il Pd sullo schema del “modello Bagheria”, appena premiato dagli elettori, e con tutte quelle forze culturali, imprenditoriali e del sindacato che hanno a cuore le sorti di Messina. Per questo motivo chiediamo alle altre forze politiche di riunire il tavolo del Terzo Polo a Messina in tempi brevissimi». Cosa farà stavolta l’Udc? Ascolterà le sirene dei potenziali nuovi alleati o continuerà, con un atteggiamento dal sapore ambiguo, a rimanere fisicamente nelle giunte ma con la testa altrove? (Emanuele Rigano)