Deserta anche la terza asta per la vendita dei Molini Lo Presti

Asta deserta per la terza volta consecutiva, nessuna offerta per la vendita all’asta dei Molini Lo Presti.

Dopo i primi due esperimenti di gara, avvenuti a luglio e dicembre dello scorso anno, anche l’vappuntamento di giorno 13 è andato a vuoto.

I Molini dunque continuano a rimanere di proprietà del Comune, seppur sottoposti a pignoramento per soddisfare i debitori che hanno avviato l’azione.

In tal senso, nel periodo intercorrente dalla fissazione della nuova asta, il Comune cercherà di trovare un accordo con i creditori e salvare in extremis la vendita dei Molini evitando così la svendita di un compendio immobiliare che per posizione strategica ha sicuramente un valore superiore ai 9 milioni di euro, fissati nella prima asta e dei quasi sei dell’ultima.

“Nei prossimi giorni ci incontreremo col nostro legale, prof. Marcello Parrinello per riprendere i contatti con i creditori, Magnisi e Munafò al fine di giungere ad un accordo per il pagamento del credito. Per quel che concerne la Fondazione Lucifero invece, salderemo il debito con un mutuo che verrà contratto subito dopo l’approvazione del bilancio 2009”.

L’Amministrazione cercherà sia con Antonino Magnisi, che vanta spettanze per oltre tre milioni e mezzo di euro, sia con Munafò, circa 450 mila euro, di proporre una dilazione triennale versando già da subito un anticipo.

Così facendo si riuscirebbe a svincolare il pignoramento e programmare il futuro dei Molini, che li vedrebbe o venduti o ristrutturati e destinati ad uso specifico.

“Non escludo – conclude il sindaco – ovviamente con la volontà del Consiglio comunale, di modificare la destinazione urbanistica dell’immobile, dandogli una finalità pubblica. Ho delle idee in proposito anche per poter liberare altri immobili di nostra proprietà e renderli fruttiferi, così come prevede la legge Brunetta, ma per il momento credo sia opportuno chiudere le questioni con i nostri tre creditori”.

Ed effettivamente i Molini Lo Presti rappresentano un patrimonio che si inserisce al centro dell’area portuale e che non può essere escluso dalla gestione politica per le straordinarie ricadute sul piano economico e dello sviluppo della città.