“Non sono il boss della mafia barcellonese”, Filippo Barresi respinge tutte le accuse

Ha respinto il ruolo di boss della mafia barcellonese e tutte le accuse che gli sono state contestate. E’ stato brevissimo l’interrogatorio di Filippo Barresi, il padrino di Cosa Nostra arrestato lunedì sera in un’abitazione di Milazzo. Il gip Alajmo, lo sentito nel carcere palermitano Pagliarelli, per rogatoria del collega messinese Massimiliano Micali. Il giudice gli ha contestato i reati contenute nell’ordinanza dell’operazione antimafia “Gotha 3” che non gli era stata notificata perchè Barresi si diede alla latitanza. Una fuga durata 19 mesi fino a quando gli uomini del commissariato di Barcellona lo hanno rintracciato in un appartamento della Riviera di Ponente a Milazzo. Barresi si è detto estraneo a tutte le accuse definendosi semplicemente un vivaista che non ha niente a che fare con la criminalità organizzata. L’interrogatorio, che ha tutta l’aria di un atto formale, si è concluso qui. Ora però Barresi dovrà essere interrogato dai sostituti della DDA di Messina, titolari dell’inchiesta Gotha 3 e delle indagini sulla lunga latitanza del boss, favorita da numerosi fiancheggiatori. Intanto il gip di Barcellona, Sara D’Addea ha convalidato l’arresto di Salvatore Cuttone, 38 anni, titolare di alcune sale giochi e proprietario della casa di via Grotta Polifemo in cui è stato arrestato Barresi. Cuttone deve rispondere di favoreggiamento aggravato. Per quanto riguarda l’aggravante mafiosa che gli viene contesta il gip si è dichiarato incompetente ed ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura distrettuale antimafia di Messina.