Coronavirus

“Mio marito positivo, ma noi invisibili per l’Asp. Chiusi in casa e ormai sommersi dalla spazzatura”

“Siamo stati abbandonati, non ci sta seguendo nessuno. Stiamo impazzendo”. È l’amaro sfogo di una donna chiusa in casa con la famiglia dal 14 novembre. Una storia di inadempienze burocratiche perché non bastava il Covid e la paura del virus, a Messina si combatte anche per accedere ai servizi che in questo momento dovrebbero rispondere subito e mettere le persone nelle condizioni di affrontare la malattia senza rimanere vittima delle procedure. Invece non è così. Succede che ci sono persone che diventano invisibili. E non sanno più a chi chiedere aiuto.

Questa è una famiglia di tre persone. Il marito è risultato positivo ad un tampone molecolare fatto in un laboratorio privato lo scorso 14 novembre. Da lì è iniziata la loro odissea. Ovviamente è partita la comunicazione all’Asp, sia da parte del laboratorio privato che del medico di famiglia. In casa ci sono moglie e figlia, si mettono tutti in isolamento domiciliare aspettando indicazioni sul da farsi. Attendono la chiamata dell’Asp per il tampone di conferma e per ufficializzare che in quella casa c’è un persona positiva e altre due che a questo punto devono effettuare un tampone molecolare. Ma non succede nulla. Iniziano a scrivere mail, a chiamare senza nessuna risposta. Passano i giorni, continuano a rimanere chiusi in casa. Per fortuna il Covid non si rivela aggressivo, ma è l’unica consolazione. Perché di fatto sono invisibili per l’Asp di Messina.

Non rientrando negli elenchi giornalieri dei nuovi positivi non vengono contattati neanche per il servizio di raccolta rifiuti speciali. Sanno che avendo un positivo in casa non possono buttare la spazzatura in modo regolare, quindi iniziano ad accumulare rifiuti sperando che qualcuno li contatti per dire loro cosa devono fare.

“Sono passati dieci giorni, abbiamo sacchi pieni che puzzano e non possiamo più stare in queste condizioni. Com’è possibile essere ignorati così? Cosa dobbiamo fare?”.

Un problema che con l’aumento dei casi positivi si sta verificando in molte famiglie. L’Asp non riesce a comunicare con tempestività gli elenchi alla ditta incaricata di effettuare il servizio raccolta rifiuti speciali. La ditta cerca di essere tempestiva, ma se il sistema di comunicazione non funziona va tutto in tilt. Loro non sono stati presi in carico dall’Asp, quindi di fatto i loro nomi non sono mai stati comunicati per il servizio di raccolta.

Nel frattempo sono trascorsi 12 giorni da quel tampone che ha portato il Covid in questa casa. Una donna e sua figlia non sanno ancora se sono state contagiate. Il marito non sa se nel frattempo è guarito o se è ancora positivo. Rimangono chiusi in casa con la spazzatura che aumenta. “Siamo stanchi e demoralizzati, qualcuno ci aiuti”.