D’Alia: “La giunta Accorinti è un fallimento. Confrontiamoci sui fatti e non sulle chiacchiere”

Il dibattito sui rapporti tra Udc e giunta, le analisi di dietrologia mi sembrano un modo per trovare un caprio espiatorio di fronte invece al fallimento dell’amministrazione Accorinti, che è evidente e su tutti i fronti”.

Dai rapporti con Signorino e Le Donne, passando per il Piano di riequilibrio, la sconfitta alle amministrative del 2013, il peso di essere tra quellicheceranoprima ma anche la consapevolezza di essere tra quanti, a Roma, una mano alla giunta che li contesta l’ha data eccome, Gianpiero D’Alia non si sottrae alle domande sulle voci, sempre più insistenti, che lo vogliono come il deus ex machina dell’amministrazione e ne approfitta per lanciare il guanto di sfida sulle cose fatte e non sulle chiacchiere.

“Non è vero che ci siamo defilati durante la campagna elettorale del 2013- spiega l’ex ministro- Qualsiasi analisi non può prescindere da un dato di fatto: l’ondata di antipolitica che attraversava il Paese. La gente ha scelto Accorinti sindaco, bocciando la nostra coalizione. La politica ha pagato errori e scelte fatte negli anni precedenti. Il punto di partenza di questi errori è stato lo scambio di poltrone tra Comune e Provincia nel 2003, che aprì la strada ad un lunghissimo periodo di instabilità con una serie di commissariamenti a fase alterne. La giunta Leonardi, 1998-2003 è stata l’ultima che ha completato un intero mandato, ha potuto lavorare ed ha lasciato un’eredità di fatti concreti vanificati poi negli anni successivi”.

Dal 2003 infatti, con lo “scambio di poltrone” tra Leonardi sindaco uscente che venne “dirottato” sulla Provincia e Buzzanca presidente uscente candidato al Comune si aprì una lunga stagione di commissariamenti, decadenze, che hanno messo in ginocchio la città. In 10 anni (nel tempo di due regolari mandati) ci sono stati ben 3 commissari(Sbordone, Sinatra e Croce) e 2 sindaci, Buzzanca e Genovese con conseguenze immaginabili sul piano dell’amministrazione.

Accorinti è un uomo di sinistra che si è candidato con una coalizione di sinistra e sulla base di un progetto civico- prosegue il leader centrista- A questo progetto si è poi unito il voto di protesta e una parte della borghesia che era stanca di una pessima gestione. Oggi gran parte di quel progetto civico iniziale si è sfilato, ha preso le distanze, perché al di là della protesta non c’è alcun progetto chiaro per il futuro e per lo sviluppo. E’ la sua base che si è defilata”.

Paradossalmente se la base si è defilata Accorinti può contare in Aula su una maggioranza bulgara che vede proprio nei centristi un pilastro inamovibile.

“Noi non agiamo sottobanco. Al momento delle elezioni si è visto che non aveva maggioranza in Aula. Come Udc abbiamo deciso di non fare opposizione preconcetta ma di basarci sulle proposte. Non volevamo dare l’alibi all’amministrazione di scaricare le responsabilità su un Consiglio che si oppone a tutto. Adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine però. I risultati sono negativi su ogni fronte, dall’ordinaria amministrazione all’emergenza. Manca una visione strategica su tutto. Non ci sono più alibi”.

Se la bocciatura del leader dell’Udc è totale non è così per la truppa dei consiglieri comunali che hanno approvato tutti i documenti contabili senza battere ciglio, compreso il Piano di riequilibrio. D’Alia, e non ne ha mai fatto mistero, sin dal 2008 era orientato per il dissesto, tanto che fu questo l’inizio dell’incrinatura nei rapporti con Buzzanca.

“Se si fosse proceduto con il dissesto a quest’ora staremmo raccontando un’altra storia, avremmo un Comune risanato. Non so perché Accorinti ha cambiato idea sul dissesto, ma se l’amministrazione ha ritenuto opportuno per il futuro di Messina predisporre un Piano di riequilibrio ritengo che aveva gli elementi per farlo e che pertanto il Consiglio doveva dargli quest’occasione e non dare nessun alibi anche in questo caso all’amministrazione”.

Sulla mozione di sfiducia il presidente nazionale dell’Udc si dice contrario in qualsiasi occasione perché “ogni governo eletto dai cittadini ha il diritto di governare fino a fine mandato”, quanto ai rapporti con il vicesindaco Guido Signorino e con il segretario generale Antonio Le Donne li conferma e ribadisce la stima: “Conosco Le Donne sin dai tempi del liceo e questo è un fatto noto. Lo ritengo non solo un direttore generale più che valente, ma soprattutto autonomo e indipendente. Peraltro ricordo che da ragazzo era di estrema sinistra ed oggi non so per chi voti ma escludo che sia diventato Udc” . Analoga stima e amicizia per Signorino che conosce da molti anni e con il quale, nel periodo dell’amministrazione Leonardi, ha avuto una collaborazione: “Quel che dico per Le Donne vale per Signorino. Tra l’altro ho avuto modo di collaborare con lui quando ero vicesindaco e ho iniziato ad affrontare tutte le problematiche legate al Ponte sullo Stretto e lui, in quanto docente di economia ha dato un grande supporto al nostro operato. Da ministro ho cercato di dare tutto il contributo possibile sia per la vicenda precari che per le questioni collegate al dissesto idrogeologico. Ritengo sia un dovere per un rappresentante eletto dai cittadini collaborare con le istituzioni, anche se abbiamo idee politicamente diverse”.

La cosa più strana è che mentre l’apporto a Roma e a Palermo di quellicheceranoprima non è venuto a mancare, da parte dell’amministrazione gli strali periodici contro chi ha “devastato” sono un mantra quotidiano.

“A me fanno tenerezza queste cose. Per fortuna la gente poi comprende. Io rispondo per le cose che ho fatto ed è sulle cose concrete che si devono fare i paragoni. A tutt’oggi l’amministrazione Leonardi, è stata quella che ha fatto risultati e non chiacchiere. Ne elenco alcuni: completamento del tram, svincolo San Filippo, Palacultura, Stadio, Tremestieri, Palasport San Filippo, modifiche alla legge 10 sul risanamento che hanno consentito l’arrivo di risorse e lo snellimento degli iter attribuendo al sindaco maggiori poteri, abbiamo sbloccato i fondi ex gescal, attivato un sistema di mobilità con risorse per i parcheggi, sbloccato i concorsi pubblici. Da allora nessuna giunta ha potuto vantare gli stessi risultati. Confrontiamoci sui fatti non sugli slogan, sono pronto a farlo. Altrimenti le chiacchiere e le accuse che ci fanno sono solo la prova che quellichecisonodurante non stanno facendo un bel nulla. Il rodaggio di un’amministrazione dura 6 mesi, ritengo che dopo 2 anni di chiacchiere senza fatti possiamo tranquillamente definire l’amministrazione Accorinti un fallimento sia sul piano politico che amministrativo”.

Quel che è venuto a mancare, secondo D’Alia è non solo l’ordinaria amministrazione, dalla pulizia delle strade alla cura del verde al mantenimento dei servizi minimi, quanto anche una visione strategica nonché quella partecipazione tanto sbandierata in campagna elettorale e nei primi mesi di mandato.

“Oggi serve un nuovo modello di sviluppo che non può più essere ancorato al posto pubblico e al terziario, quanto invece all’Area Integrata dello Stretto. La più grande responsabilità di questa amministrazione è l’aver fatto mancare qualsiasi discussione pubblica, analisi delle esigenze, nonostante i proclami. Faccio il solo esempio dell’ospedale Piemonte, il sindaco non è riuscito ad avviare un dibattito complessivo sulla sanità a Messina. Paradossalmente all’Ars si discute sul polo di riabilitazione al Piemonte, che è una cosa ottima, dimenticando però che la riabilitazione doveva farsi al Margherita e di quell’ospedale chiuso da anni nessuno parla più, la mano destra non sa quello che fa la sinistra. Potrebbe realizzarsi la Biblioteca regionale, un polo culturale, servizi per la giustizia. Invece niente. Un rivoluzionario deve portare avanti idee e fatti non stili di vita. Quel che osservo è un clima di totale accondiscendenza a fronte di un fallimento totale. Le critiche invece fanno bene. Facciamo una discussione serena sui fatti per costruire insieme. Noto che ultimamente Accorinti, eletto come sindaco “civico” sta diventando sempre più un politico “puro”, sta diventando molto di parte e questo, per un eletto in base ad un progetto civico non è un bene”.

D’Alia lancia quindi il guanto di sfida all’amministrazione Accorinti: confrontiamoci pubblicamente sui fatti concreti e non sulle chiacchiere, così vediamo chi ha dato di più alla città.

Rosaria Brancato