Spese di rappresentanza “fuori norma”: il Comune non smentisce la Corte dei Conti

Il Comune di Messina non soccombe dinanzi ai continui colpi della Corte dei Conti e prova a difendersi per restare in piedi e non “crollare”. Nei giorni scorsi, la magistratura contabile aveva fatto recapitare in quel di Palazzo Zanca due diverse ordinanze, contenenti rilievi ed obiezioni in merito al bilancio consuntivo 2011, bocciato dal Consiglio comunale ed approvato successivamente dal commissario ad acta; e al bilancio previsionale 2102, votato dall’Aula il 31 dicembre 2012 (VEDI CORRELATI). Ebbene venerdì scorso, il ragioniere generale Ferdinando Coglitore si è recato a Palermo per partecipare all’adunanza convocata dai magistrati contabili e ha presento due relazioni, una sul previsionale ed una sul consuntivo.

LE RISPOSTE SUL CONSUNTIVO 2011

I beninformati del “palazzo” fanno sapere che l’ente ha riposto alle dieci obiezioni mosse dalla Corte dei Conti. Ad esempio, il Comune fatto presente all’organo di controllo che lo sforamento del patto di stabilità nel 2011 è imputabile in massima parte, oltre 23 milioni di euro sui 28, alle somme che sono state pagate per la realizzazione degli svincoli Giostra- Annunziata e che comunque è in atto una battaglia legale con il Ministero dell’Interno, dall’esito ancora incerto. Quanto alla situazione di deficitarietà strutturale, il ragioniere generale ha evidenziato che esiste una divergenza d’opinione, su cui non è mai stata trovata la sintesi, tra l’area economico-finanziaria ed il Collegio dei revisori dei conti in merito al parametro 5. In particolare, pare che la ragioneria rimproveri ai revisori di non aver approfondito la questione, lasciando cadere nel vuoto l’input dei dirigenti dell’area economica. E ancora, in relazione al disavanzo d’amministrazione, l’ente ha chiarito ai magistrati contabili di non aver preso in considerazione i fondi vincolati e di quelli in conto capitale, come sostenuto dal magistrato contabile.

Per quanto riguarda le anticipazioni di tesoreria, su cui la Corte dei Conti ha più volte bacchettato il Comune di Messina, l’ente ha provato a “giustificarsi” affermando che il trend negativo del 2012 si è man mano normalizzato, chiudendo con un importo di circa 4,5 milioni di euro. Sui residui attivi, non sempre esigibili sebbene iscritti in bilancio, l’ente ha chiarito che quelli relativi agli anni precedenti al 2007 sono stati contabilizzati in base ai provvedimenti adottai dai vari dirigenti, che ne hanno attestato l’esistenza del titolo giuridico.

Ma è sulle spese di rappresentanza, sostenute durante l’amministrazione Buzzanca, che il Comune è rimasto “senza parole” o meglio senza spiegazioni. Coglitore ha infatti confermato la tesi del magistrato contabile, secondo cui c’è stato un surplus di circa 6 mila euro rispetto ai limiti imposti dalla legge e ha anche aggiunto che le bande per feste rionali ed il noleggio service audio non rientrano nella casistica prevista dalla normativa. Quelle spese cioè non dovevano essere catalogate come spese di rappresentanza e, probabilmente dovevano anche essere evitate vista l’agonia finanziaria dell’ente. Palazzo Zanca ha, invece, riposto in merito alle anticipazioni di cassa, ritenute necessarie per pagare il personale comunale.

LE RISPOSTE SUL BILANCIO DI PREVISIONE 2012

Anche sul previsionale, il Comune ha replicato alle “accuse” della Corte dei Conti. Quanto al ritardo nella predisposizione del documento contabile, il ragioniere generale ha chiarito che questo è stato dovuto alle difficoltà per l’ente di reperire le risorse necessarie a raggiungere il pareggio . Sul patto di stabilità 2012, Coglitore ha assicurato ai magistrati contabili che sono stati rispettati i parametri, come si evince da monitoraggio e dal certificato trasmesso al Ministero. In ultimo, sulla mancata previsione degli effetti sanzionatori collegati allo sforamento del patto di stabilità 2011, da Palazzo Zanca hanno ribadito che il giudizio è ancora pendente sulla vicenda e che la sanzione inizialmente commutata è stata sospesa in attesa della conclusione dell’iter dinanzi alla Corte Costituzionale.

IL CONTRATTO DI SERVIZIO TRA AMAM E COMUNE

Nei giorni scorsi, vi abbiamo dato conto del parere dell’Avvocatura di Palazzo Zanca (vedi correlato), che – nonostante le rassicurazioni del commissario straordinario Luigi Croce – suonava come una bocciatura dell’atto, da cui dipende il trasferimento di 15 milioni di euro all’anno dall’Amam al Comune per i prossimi 10 anni, come peraltro riportato nel piano decennale di riequilibrio. Pollice verso arriva anche dal Collegio dei revisori dei conti, che proprio stamattina hanno depositato il loro parere tecnico. Il presidente Dario Zaccone non si è voluto sbottonare più di tanto, ma ha comunque affermato: «Ricalca quanto detto dall’Avvocatura». E cioè che la corresponsione a favore del Comune di Messina ed a carico dell’Amam di una somma a titolo di canone per la concessione ed uso delle reti e degli impianti è illegittima. La relazione dei revisori sarà adesso allegata alla delibera sul contratto di servizio, pronta a tornare in Aula per essere votata dal Consiglio comunale. Che dovrà decidere cosa fare di questa patata bollente. (Danila La Torre)