Il 1. ottobre chiude l’Ato 3. 53 lavoratori a rischio, ma c’è l’ipotesi Amam

Torna a parlarsi di “mobilità tra aziende partecipate”, la parolina magica, frutto di benevola concessione della Legge di Stabilità. A tirarla fuori dal cappello, stavolta, il consigliere comunale del PD, Benedetto Vaccarino. Complice l’imminente scadenza operativa dell’ ATO ME 3 Spa, già in liquidazione, il consigliere porta alla ribalta una proposta già ampiamente inneggiata dall’associazione sindacale Orsa fino allo scorso agosto.

Dal 1° ottobre, infatti, i 53 dipendenti della società d’ambito per la raccolta rifiuti, rischiano di rimanere sprovvisti di qualunque forma di inquadramento tra i ranghi del pubblico impiego. “Quale miglior soluzione, dunque, alla luce delle reiterate richieste AMAM di un sostanziale impinguamento del proprio scarno organico, che consentire il traghettamento dei lavoratori verso le più sicure sponde dell’azienda idrica?” – si chiede retoricamente Vaccarino.

Senza trascurare, poi, le non indifferenti ricadute positive sul travagliato bilancio di Palazzo Zanca. “L’Amministrazione comunale – prosegue il consigliere del PD – deve ancora provvedere agli incassi delle mensilità da parte dei lavoratori dal mese di Luglio e i loro stipendi costituiscono una voce di certo non trascurabile entità per il Comune”. Non è trascorso molto tempo, infatti, da quando la rappresentante sindacale dell’Orsa, Francesca Fusco, stimava un tale esborso equivalente ad un ammontare di circa 2 milioni 310mila euro, chiarendo come il costo del personale Ato rientri nel complessivo e ben più ampio costo dell’intero settore rifiuti.

“Poco auspicabile anche la soluzione di conferimento in una società consortile tra comuni che vedrebbe comunque il Comune di Messina, quale socio con più elevato numero di abitanti, gravato dall’onere di contribuirvi in misura più consistente rispetto alle altre parti. E poco rassicuranti, del resto, le condizioni economiche dell’ATO ME 3 Spa, soprattutto a seguito del decreto ingiuntivo, contro di essa esitato dalla società Messinambiente, anch’essa in liquidazione, e che ha contribuito ad acuire la situazione di sofferenza dei lavoratori Ato” – ha quindi aggiunto lo stesso Vaccarino.

Si attendono ora risposte da Palazzo Zanca su ognuno di questi punti che ha accompagnato una stagione assai calda in tema di rifiuti, diventando un angoscioso tormentone estivo cui non si può più opporre alcun temporeggiamento.

(Sara Faraci)