Linea 79 dell’Atm sovraffollata. Adis: “Potenziare l’offerta”

Non è un segreto che durante i mesi estivi la litoranea che dall'Annunziata raggiunge la punta di Capo Peloro, diventi una strada impraticabile. Tra auto parcheggiate da entrambi i lati della carreggiata, a volte pure in doppia fila, traffico pedonale e l'enorme quantità di mezzi che circolano sulla strada il traffico risulta davvero congestionato. C'è da segnalare però un dato "positivo": la linea 79 dell'ATM che serve la zona nord risulta sovraffollata.

Se questo è un sintomo che numerosi cittadini hanno positivamente deciso di abbandonare il proprio veicolo per utilizzare il trasporto pubblico, alcuni cittadini della zona nord lamentano, però, il fatto che la linea è diventata impraticabile. Gli utenti denunciano il sovraffollamento in qualunque ora del giorno che si verifica sui quattro bus impiegati sulla linea 79, e persino gli autisti dichiarano di non poter svolgere il loro lavoro in serenità, rispettando la tabella di marcia, causando, così, un’inefficienza del servizio. A cogliere le lamentele di lavoratori ed utenza è Giuseppe Frisone, presidente dell' Associazione democratica inquilini Sicilia (ADIS) di Messina, che, in una nota, scrive all'ATM chiedendo di potenziare il servizio diurno.

"Purtroppo l'ATM – dichiara Frisone – ancorata ad una mentalità attendista, resta sempre indifferente a questi segnali, non ritenendo intervenire per offire all'utente un servizio adeguato alla crescente domanda, non percependo i vantaggi che possono derivare dalla vendita dei titoli di viaggio, alimentata dalla costante presenza sui mezzi dei controllori".

Ma la decisione che appare più irrazionale è quella di far rientrare a deposito il quarto bus alle 18.55, proprio all'orario del rientro dei bagnanti dalla zona nord, in contrasto con la decisione dell'azienda, del febbraio 2017, di protrarre le corse degli autobus fino alle prime ore della notte per aumentare il servizio. Frisone suggerisce inoltre di tentare di recuperare alcuni autosnodati, i quali adesso si trovano inutilizzati o in riparazione, che con la loro maggiore capienza possono migliorare l'offerta ai viaggiatori.

"Oggi il trasporto pubblico – conclude Frisone – è chiamato ad offrire al cittadino un'alternativa valida all'auto privata, rispondendo alle dinamiche evolutive che la mobilità ci offre. Questa è una di quelle occasioni alla quale l'azienda non può sottrarsi".