Doveva essere il giorno degli ex Feluca, tempi non rispettati. Dubbiosi i sindacati

Lo scorso 22 ottobre le partecipate di Palazzo Zanca avrebbero dovuto ratificare le decisioni sui processi di mobilità per i 16 ex Feluca, i 53 Ato3, i 12 ex Agrinova. Entro ieri, invece, si doveva addirittura chiudere il processo di mobilità legato al miglioramento dei servizi informatici. In pratica ieri i lavoratori Feluca avrebbero dovuto festeggiare il loro passaggio In Amam, Messinambiente, Atm, a seconda delle esigenze prospettate dalle varie società che si occupano dei servizi essenziali per il Comune. E invece? Quasi superfluo spiegare che ad oggi non è ancora successo niente. L’amministrazione Accorinti aveva messo quelle date nella contrastatissima delibera dello scorso 9 ottobre, quella con cui si dava il via alla grande operazione di mobilità per questi lavoratori che credevano di aver ricevuto finalmente le certezze e le risposte che attendono da anni. Che l’iter non sarebbe stato semplice era stato evidente fin dal primo momento. Il vice sindaco Guido Signorino e il segretario/direttore generale Antonio Le Donne avevano però difeso con le unghie e con i denti la bontà e la validità di questo provvedimento che tante perplessità aveva fin da subito sollevato. Infatti l’amministrazione non è riuscita a rispettare i tempi che essa stessa aveva dato. Tempi che, fin dal principio, si erano rivelati troppo stretti per un processo così vasto e che coinvolge le partecipate comunali, aziende che notoriamente non godono di ottima salute e che in queste settimane stanno provando a fare i conti sul personale che dovrebbe subentrare.

Gli ex Feluca dovevano essere i primi e sulla loro pelle stanno probabilmente scontando l’ambizione dell’amministrazione comunale che pensava di fare tutto e subito e che invece si è trovata a dover fare i conti con problemi che forse non immaginava. Dopo la prima riunione con i vertici di tutte le partecipate, riunione che sollevò i primi dubbi e la necessità di rallentare questa corsa (vedi articolo correlato), sono stati i sindacati confederali a farsi sentire. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Lillo Oceano, Tonino Genovese e Carmelo Catania hanno chiaramente detto all’amministrazione di non andare avanti prima di sedersi tutti al tavolo per definire le questioni generali ed individuare una corretta cornice di regole, criteri e tutele idonei a salvaguardare tutti i soggetti coinvolti. E così alla fine è stato. Lo scorso 22 ottobre il vice sindaco Signorino, il segretario Le Donne e l’assessore Daniele Ialacqua si sono riuniti con i segretari confederali che hanno subito messo sul piatto le perplessità legate alla delibera e a tutta l’operazione mobilità. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto di capire innanzitutto se ci sono i posti a disposizione per tutti, considerato che la legge di stabilità a cui si riferisce il provvedimento impone specifici paletti, come il fatto che le società che presentano un’incidenza delle spese di personale pari o superiore al 50% delle spese correnti non potrebbero assorbire nuovo personale, anzi dovrebbero procedere a far uscire quello in esubero. Dubbi anche per la mancanza delle piante organiche delle partecipate coinvolte nel processo, dubbi anche sulla reale fattibilità economica. Sindacati e amministrazione hanno però deciso di provare a percorrere insieme questo percorso, mettendo però in chiaro tutte le regole e i passaggi, soprattutto per evitare di scatenare guerre tra i lavoratori. Per questo motivo già questa mattina si torna a discutere a Palazzo Zanca per il secondo round di questo faccia a faccia.

L’entrata in scena dei sindacati non è però andata giù a tutti e il rischio è di ritrovarsi in mezzo ad una lotta tra fazioni, da un lato i lavoratori e dall’altro, paradossalmente, i sindacati. Un rischio neanche troppo remoto, vista la lettera inviata da Giuseppe Manganaro, uno degli ex Feluca, a tutta l’amministrazione comunale, al Presidente del Consiglio comunale, alla Corte dei Conti, al Prefetto e, ovviamente anche alle organizzazioni sindacali. Una lettera con cui questo lavoratore addirittura diffida l’amministrazione a tenere ulteriori incontri non previsti dalla procedura di mobilità. Per Manganaro le motivazioni di legge addotte dai sindacati risultano infondate “in quanto la norma a cui fanno riferimento (legge stabilità 2014) non prevede nessun diritto e nessuna legittimazione attiva per i sindacati confederati a partecipare al processo di mobilità”. Per l’ex Feluca appare privo di senso “sindacale” l'intervento rivolto alla creazione di ulteriori ostacoli alla procedura di mobilità richiesta da ben oltre un anno dalla FIM CISL e dalla FIOM CGIL, oltre che dagli stessi lavoratori.

Nonostante tutto però l’amministrazione comunale ha deciso di discutere insieme ai sindacati del futuro di questa delibera. Le intenzioni sono quelle di definire un percorso comune nel rispetto delle regole. Ad oggi sembra di essere ancora all’anno zero.

Francesca Stornante