L’Associazione Universitaria Atreju propone l’idea del bike sharing

La condivisione è alla base di una società matura. I beni pubblici sono essenziali soprattutto se si parla di trasporti. Autobus e tram hanno solo di recente ricevuto una sostanziosa spinta nella città dello Stretto, ma in un reticolo urbano come il nostro non sarebbe affatto male se lo spostamento dei cittadini fosse promosso anche e soprattutto da pratiche più "salutari".

Il bike sharing è una realtà ormai radicata in diversi centri italiani, il Comune mette a disposizione diverse biciclette che possono essere utilizzate di continuo da chiunque, portando un incremento degli introiti amministrativi e della viabilità ecosostenibile. Volendo proprio seguire questa linea di pensiero, il Senatore Accademico Francesco Torre ed il Presidente dell'Associazione Universitaria "Atreju – La compagnia degli studenti", Andrea Fiore, hanno presentato un'istanza all'organo rappresentativo accademico per chiedere di dar mandato al Rettore di formare un tavolo tecnico che coinvolga i vertici di Palazzo Zanca, i vertici dell'Ateneo Peloritano ed i gruppi studenteschi per discutere della possibilità di avviare il progetto del bike sharing.

La proposta nasce dall'esigenza", scrivono Torre e Fiore, "e dalla consapevolezza che l'utilizzo di mezzi di trasporto "condivisi" costituirebbe una valida alternativa di mobilità non soltanto per il corpo studentesco, soprattutto per coloro i quali devono recarsi presso i Poli decentrati, ma anche per tutta la cittadinanza messinese che beneficerebbe di una sostanziale diminuzione dei costi di trasporto". Inoltre, per agevolare l'avviamento del servizio, Atreju ha richiesto all'Amministrazione Universitaria l'adesione alla piattaforma europea "Civinet Italia 2014 – 2017", patrocinata dal Ministero Italiano dell'Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare, che intende promuovere proprio iniziative che puntino alla mobilità sostenibile. Il Comune di Messina è presente all'interno del bando e se la domanda dell'Ateneo venisse accettata sarebbe più semplice ottenere i fondi.

Claudio Panebianco