L’Amam bandisce un appalto milionario per le riscossioni, ex Feluca sul piede di guerra

Ancora un cartellino rosso. Il secondo che parte da uno dei lavoratori Feluca, i più agguerriti in questa partita della mobilità tra le partecipate che li vede tra i protagonisti dell’intera operazione. Dovevano essere i primi a trovare collocazione e invece l’iter sembra dilungarsi ancora. Gli assessori dell’amministrazione Accorinti che in questi giorni hanno seguito la vicenda, in particolare Guido Signorino e Daniele Ialacqua, continuano ad essere fiduciosi e convinti che tutto si sbloccherà presto. Lo dicevano però anche nel giorno in cui firmarono quella delibera che di fatto dava il via a questa mobilità e che scatenò tante contestazioni.

Ad oggi sembra tutto in una fase di stallo. Nella settimana che si è appena chiusa sono stati tre gli incontri a Palazzo Zanca per discutere dell’argomento. Prima i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che hanno diffidato l’amministrazione ad andare avanti senza il loro avallo. Poi i confronti diretti tra Amam, Comune e Feluca, con l’azienda acque che reclama garanzie soprattutto per i suoi lavoratori e chiede quelle progressioni verticali, quindi aumenti di livello contrattuale, che negli anni sono rimasti congelati. In pratica l’Amam, che in teoria doveva essere la partecipata con l’accesso più facile perché in salute migliore, prima di dire sì alla collocazione di un tot di ex lavoratori Feluca vuole tutelare i suoi dipendenti. Entro martedì si dovrebbero tirare le somme, ci sperano i 16 lavoratori Feluca che da giorni trascorrono diverse ore a Palazzo Zanca in attesa di una buona notizia che non arriva.

Uno dei lavoratori però anche stavolta non è rimasto con le mani in mano e, dopo la prima diffida indirizzata all’amministrazione per stoppare i confronti con i sindacati confederali, ne ha redatta un’altra che parla proprio dell’azienda retta da Luigi La Rosa e Alessandro Anastasi. Giuseppe Manganaro ha messo nero su bianco un’altra diffida, questa volta recapitata a Presidente, Direttore e Consiglio dell’Amam, al Sindaco Renato Accorinti e all’assessore alle Partecipate Guido Signorino. Ai lavoratori non va giù l’atteggiamento ostativo tirato fuori in questa occasione anche da lavoratori dell’Amam, non solo dalle “teste”.

Ciò che Manganaro contesta è il bando di gara che Amam ha pubblicato lo scorso 1 agosto per “l’affidamento del servizio di riscossione volontaria, concordata e/o coattiva dei canoni per consumi idrici dovuti dagli utenti morosi”. Un appalto da sei milioni di euro e valido per sei anni, anzi esattamente 2.190 giorni consecutivi. La gara doveva svolgersi lo scorso 13 ottobre, ad oggi però non vi è stata nessuna aggiudicazione e nel frattempo l’esercito degli ex che aspetta un lavoro è in stand-by. Questo della riscossione è solo uno dei servizi che Amam esternalizza appoggiandosi a ditte esterne e in atto non è l’unico bando aperto. Proprio nella delibera sulla mobilità è però l’amministrazione a decidere come operare e dice chiaramente all’Amam di ridurre le spese per i servizi esterni. La riscossione potrebbe dunque ricadere sugli ex Feluca, che nell’ultimo anno hanno prestato servizio sia all’Amam stesso che al Dipartimento Tributi, con grande plauso proprio del vicesindaco Guido Signorino e del Dirigente ai Tributi Romolo dell’Acqua. Dunque oggi, alla luce di tutto ciò che sta accadendo e degli ostacoli trovati sul loro cammino, i Feluca scoprono questo bando di gara e dichiarano lo stop gioco.

Manganaro esordisce spiegando le tappe di questa strada che sembra non finire mani. Ricorda il lavoro che gli ex Feluca hanno svolto in questi ultimi 12 mesi, dalle 2 diverse commesse aventi ad oggetto l'attività di digitalizzazione delle utenze Amam, fino all’attività di accertamento dei tributi evasi (ICI, IMU, TARES), nonché presso il Dipartimento Politiche per la Casa per le verifiche sui pagamenti dei fitti attivi maturando, durante tale periodo, una notevole esperienza nel campo dell'accertamento dell'evasione fiscale e del recupero del credito.

Ovviamente l’excursus non dimentica l’Amam. Come scrive nella diffida, “l’Amam a causa della carenza di personale non può garantire, con proprie risorse umane, il recupero dei crediti vantati per cui ha pubblicato un bando per l’affidamento del servizio di riscossione volontaria, concordata e/o coattiva dei canoni per consumi idrici dovuti dagli utenti morosi”. In quest’ottica, secondo il lavoratore, “eventuale utilizzo del personale di Feluca S.p.A (tramite la procedura di mobilità già deliberata dal Comune di Messina) potrebbe consentire un vantaggio economico rispetto all'esternalizzazione dello stesso servizio”.

Secondo il documento poi “l'eventuale affidamento all'esterno, mediante il bando, ridurrebbe il fabbisogno di personale e pertanto nuocerebbe gravemente alla situazione lavorativa del sottoscritto e dei suoi colleghi senza che ciò comporti reali benefici in termini di economie per la “finanza pubblica” scrive Manganaro, che ricorda ancora che l'eventuale esternalizzazione dell'attività di recupero crediti di cui alla gara potrebbe comportare un aggravio di costi rispetto all'utilizzo delle professionalità interne alla Feluca S.p.A.

Da queste argomentazioni è scaturita la reazione di Manganaro che ha formalmente inviato tutto a Palazzo Zanca. Lascia pochi spazi a dubbi lil messaggio che Feluca vuole mandare ai vertici Amam: sospendere (e/o ritirare in autotutela) il “Bando di gara per l’affidamento del servizio di riscossione volontaria, concordata e/o coattiva dei canoni per consumi idrici dovuti dagli utenti morosi. Al Comune, azionista unico di Amam, dice invece di emettere eventuale “Atto di Indirizzo” nei confronti della sua controllata Amam finalizzati alla sospensione e revoca in autotutela del bando.

E’ dunque guerra senza esclusione di colpi. Bisognerà trovare il punto di accordo e sbloccare una situazione che al momento appare più complicata di quanto si pensasse.

Francesca Stornante