Silenzio sul destino dei 53 Ato3, l’Orsa incalza: “Le mezze dichiarazioni non bastano più”

Di nuovo tutto fermo e di nuovo lavoratori in fermento perché sul loro destino occupazionale è ancora una volta calato il silenzio. Per i 53 dipendenti dell’Ato3 non ci sono più state notizie dopo i primi incontri che l’amministrazione comunale ha convocato nei primi giorni di questo 2015, giorni in cui sembrava ormai vicina l’ultima scadenza fissata dalla Regione per gli Ato siciliani e dunque era divenuto ormai urgente fissare i passaggi per garantire continuità occupazionale ai 53 lavoratori Ato3. Poi però è arrivata l’ennesima proroga da Palermo che ha dato ancora qualche mese di vita alle società d’ambito che dovranno essere sostitute dal sistema delle Srr che però fatica a decollare. Proroga che ha smorzato la tensione a Palazzo Zanca e che ha fatto calare sulla questione un silenzio che i lavoratori temono ogni giorno di più. Per loro la strada individuata dall’amministrazione Accorinti è la mobilità tra partecipate che un mese fa ha portato tra le fila dell’Amam i 16 ex Feluca. Strada dunque già sperimentata dall’amministrazione che però al momento sembra aver stoppato un iter che proprio per i 53 Ato3 sembrava semplice e scontato.

A riaccendere i riflettori sulla vicenda è il sindacato Orsa che si chiede il perché di questa fase di stallo, nonostante nel corso dell’ultimo incontro che si è svolto a Palazzo Zanca lo scorso 12 gennaio l’assessore Daniele Ialacqua ed il direttore generale Antonio Le Donne abbiano confermato la volontà politica di procedere nella direzione prospettata. Nel corso degli ultimi mesi però, rispetto all’iter procedurale previsto si è assistito ad una notevole dilatazione dei tempi e ad una brusca battuta di arresto a seguito del trasferimento all’Amam dei lavoratori ex Feluca avvenuto ad inizio anno. Ciò, spiega il sindacato, ha suscitato le preoccupazioni delle 53 unità lavorative in forza all’Ato3, soltanto parzialmente attenuate dagli effetti della proroga regionale.

“Il timore principale è di ritrovarsi nella medesima situazione emergenziale tra cinque mesi, senza che nel frattempo abbiano avuto luogo gli atti amministrativi necessari per condurre a buon fine il procedimento di mobilità interaziendale” spiega la segretaria di Orsa Servizi Francesca Fusco, che ricorda quali sono i passaggi amministrativi propedeutici all’atto di trasferimento del personale, sinteticamente cadenzati dallo stesso direttore generale Antonio Le Donne di fonte alle rappresentanze sindacali: destinazione definitiva delle somme occorrenti per il conferimento dei servizi di cura del verde ad oggi svolti dall’Ato in capo all’Amam; approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci dell’Amam dell’indirizzo strategico indicato dal socio Comune di Messina; recepimento delle direttive dell’Assemblea dei Soci da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Amam per il compimento delle fasi operative.

Il fatto che ancora non si sia concretizzato neanche uno di questi atti mette in allarme il sindacato autonomo Orsa, che interviene per interrompere il nuovo stato di inerzia in cui sembra piombata l’Amministrazione.

In particolare, Francesca Fusco chiede al Direttore Generale del Comune la convocazione di un incontro che veda la partecipazione dei vertici di ATO 3 ed Amam, dato che ad oggi non si è avuta la possibilità di interloquire formalmente con coloro che, ai sensi di legge, dovranno concretamente chiudere il percorso di mobilità apponendo le sottoscrizioni decisive: “A seguito dell’acquisizione in organico dei lavoratori ex Feluca sembra giunto il momento di conoscere con chiarezza quale sia il reale fabbisogno di personale tecnico ed amministrativo da parte dell’Amam e se vi sia l’effettiva volontà di recepire il conferimento del servizio di cura del verde svolto dall’Ato3, cui è legato il trasferimento delle unità di personale operaio. Ciò sarà possibile soltanto se tutti gli interlocutori si siederanno allo stesso tavolo per sottoscrivere atti di impegno ufficiali. Non è più il tempo di mezze dichiarazioni rilasciate al telefono o nei corridoi di Palazzo Zanca” dice la sindacalista.

L’elemento sostanziale sul quale si fonda il procedimento è, dunque, il conferimento del servizio di cura del verde. Informalmente l’Amam ha fatto trapelare che, permanendo la copertura finanziaria del servizio da parte del Comune, non vi sarebbero problemi rispetto all’acquisizione dello stesso. È chiaro, però, che le somme destinate ad Amam per i servizi affidati non dovranno costituire oggetto di compensazioni finanziarie nei rapporti con il Comune.

“Non si tratta di certo di aspetti insormontabili – rileva la Fusco – permanendo la volontà delle parti in causa. Tra l’altro, occorre sempre ricordare che non sussistendo la possibilità di procedere attraverso assunzioni ex novo, la mobilità interaziendale costituisce l’unico modo per colmare le conclamate lacune di personale tecnico – amministrativo dell’Amam, confermate dalla perpetuarsi della pratica di conferire a terzi il servizio di riscossione dei crediti, con conseguente aggravio di spese. L’inserimento di unità lavorative qualificate come quelle in forza all’Ato 3 consentirebbe di implementare le attività e raggiungere più elevati livelli di qualità e solidità. Sotto altro profilo, l’operazione è funzionale in ordine al vantaggio economico-finanziario che ne trarrebbe il Comune, il quale vedrebbe il proprio bilancio sgravarsi di un onere costituito dal costo del lavoro di circa 15 unità lavorative, corrispondente al personale tecnico e amministrativo da trasferire all’Amam”.

F.St.