Ieri assemblea Inps, Inail E Inpdap. Martedì 28 lo sciopero

Si è tenuta ieri presso i locali dell’Inpdap – ‘Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica, l’assemblea dei lavoratori dell’Inps, Inail E Inpdap. L’assemblea è stata organizzata dalla Fp Cgil e Uil Pa per organizzare la mobilitazione che porterà allo sciopero generale indetto per il 28 settembre.

“I lavoratori hanno mostrato disappunto per i provvedimenti varati dal governo Monti – dichiarano i Segretari Generali della Fp Cgil Clara Crocè e Lillo Biondo della Uil Pa -. Tagli alle dotazioni organiche, mobilità e licenziamento dei dipendenti pubblici e dei precari, blocco dei rinnovi contrattuali”.
Il decreto 95 (spending review ) comporterà per i lavoratori dell’Inail una ulteriore riduzione di personale quantificabile in 1000 unità in tutto il territorio nazionale con conseguente riduzione della presenza dell’Inail sul territorio. Mentre i lavoratori dell’Inpdap e dell’Inps, già coinvolti nel processo di riorganizzazione della Superinps rischiano la mobilità per eventuali dichiarazioni in esubero. Un ulteriore taglio alle dotazioni organiche comporterà il licenziamento dei lavoratori. “Abbiamo già dato!, protestano i lavoratori in assemblea.

“Lo stesso Presidente dell’Inps Mastropasqua annuncia esuberi e prepara le lettere a duecentomila pensionati, per chiedere la restituzione dei bonus della quattordicesima mensilità – commentano Crocè e Biondo-, continua a mantener il suo lauto stipendio di un milione e 200,00 mila euro. Tutto questo -proseguono i sindacati – mentre i pensionati nella fascia di reddito più povera dovranno restituire da 300 a 500 euro, a seconda dei casi”.
In buona sostanza per i pensionati che percepiscono 400 netti, e sono i più numerosi, la pensione scenderà a 369 per i prossimi dodici mesi.

“L’Inps è il pilastro pubblico dello stato sociale è come tale deve restare – proseguono i sindacati -. Non si possono, quindi accettare “modalità alternative” di erogazione della previdenza pubblica e ipotesi di realizzazione di condizioni per procedere già nell’immediato a privatizzazioni ed esternalizzazioni di funzioni che sono pubbliche e che tali debbono rimanere”.
“La spending review comporterà pesantissimi tagli quali-quantitativi a carico dei servizi, dei cittadini e dei lavoratori, non sviluppa alcun piano di rilancio del Welfare nel Paese, e non procede ad alcuna integrazione dei servizi stessi, limitandosi ad un mediocre disegno di annessione di alcune funzioni specifiche in precedenza garantite da Inpdap”, concludono Crocè e Biondo.