Cronaca

Morte Emy Pruiti sulla A20, annullate le assoluzioni per i direttori del Cas

E’ tutto da rifare il processo d’appello sul caso di Emanuela Pruiti Ciarello, la diciannovenne di Naso morta sull’autostrada Messina Palermo il 4 settembre del 2007. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, che ha annullato le assoluzioni degli allora vertici tecnici del Consorzio autostrade siciliane, Felice Siracusa e Gaspare Sceusa, rispettivamente direttore d’esercizio e responsabile di settore. Nel 2015 entrambi erano stati condannati ad un anno e 4 mesi per omicidio colposo dal Tribunale di Barcellona. Secondo l’Accusa, se i guard rail fossero stati a norma la ragazza non sarebbe morta.

Dodici anni fa Emy guidava la sua Fiat Panda, sulla A20, in direzione Palermo, ed era giunta all’altezza dello svincolo di Milazzo. Ha perso il controllo dell’auto finendo in una scarpata, dopo un volo di 10 metri.

Nella testa, prima di quel volo fatale, aveva pensieri gravidi di futuro e promesse: era di ritorno dai test di ammissione all’università di Medicina, aveva deciso di continuare il mestiere di papà, dopo essersi diplomata col massimo dei voti e la lode.

La Corte d’Appello messinese aveva però poi ribaltato il verdetto, non riconoscendo la responsabilità delle condizioni dell’autostrada nel tragico incidente mortale che costò la vita alla giovane Emy. Ieri la Cassazione ha riaperto il caso, accogliendo il ricorso dei genitori, il medico Giuseppe Pruiti Ciarello e Anna Maria Bertolino, e della stessa Procura Generale di Messina. La sentenza è sta annullata con rinvio: il processo di secondo grado dovrà essere cioè nuovamente celebrato, ma stavolta davanti la Corte d’Appello di Reggio Calabria.

Quel giorno per una tragica coincidenza poco lontano, a Castel di Lucio, un altro incidente stradale ha stroncato un’altra giovane vita, quella di Liborio Macina, un bimbo di soli 4 anni, investito da un fuoristrada.