Milazzo, investigatori al lavoro per ricostruire le ultime ore di vita di Ali Taj

Gli investigatori del commissariato di Milazzo stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita del trentaquattrenne Alì Taj, trovato senza vita ieri mattina lungo la scalinata che collega via Rotolo ad una caletta in spiaggia. Sotto la coordinazione della Procura di Barcellona, da ieri sera i poliziotti non hanno smesso di ascoltare persone vicine al venditore ambulante, tra questi anche il fratello della vittima originaria del Bangladesh. Poche ore prima che albeggiasse più persone hanno visto il trentaquattrenne sulla marina Marina Garibaldi, dove era solito esporre in vendita le sue chincaglierie. Resta da capire cosa sia successo dopo. A cominciare dal luogo dove è stato ritrovato cadavere immerso in una pozza del suo stesso sangue, con la gola tagliata da parte a parte. La scalinata è meta di incontri amorosi. Gli investigatori non escludono che sia arrivato lì in compagnia di qualcuno. Anche perché nelle vicinanze non è stato rinvenuto alcun mezzo di locomozione riconducibile al trentaquattrenne. C’ è da capire anche perché non indossasse biancheria intima e pantaloni. Non è escluso che possa essere stato un maldestro tentativo di eliminare tracce preziose per l’identificazione dell’omicida, o anche un modo per ritardare il riconoscimento della vittima. Tante le piste al momento battute dagli inquirenti, che non stanno sottovalutando nessun elemento che potrebbe essere d’aiuto a risolvere quello che è stato definito il giallo di fine estate. Elementi preziosi potranno arrivare dall’autopsia che è già stata disposta.