CSS, c’è il progetto al Ministero. E scoppia la polemica

“Il Sindaco di San Filippo del Mela rende noto che la società Edipower SpA ha depositato la documentazione per la pubblica consultazione, relativa alla “Procedura di valutazione di impatto ambientale” che faccia luogo all’Autorizzazione integrata ambientale (procedimento congiunto VIA-AIA), al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, relativa al progetto “Centrale Termoelettrica di S. Filippo del Mela (ME): progetto Impianto di Valorizzazione Energetica CSS, proponente Edipower SpA”. È dunque arrivato l’atteso progetto definitivo sulla riconversione a Combustibile Solido Secondario dell’impianto appartenente ad A2A. Ma la questione sembra tutt’altro che chiarita.

La notizia dell’esistenza di un progetto, che si appresterebbe a compiere il suo iter autorizzativo, ha ovviamente scatenato le polemiche tra chi sostiene che si tratti solo uno specchietto per le allodole e chi ha sempre rivendicato la concretezza di questa ipotesi. A “cantare vittoria” – se così si può dire – sono le associazioni ambientaliste, che adesso stanno chiamando a raccolta la valle del Mela alla manifestazione del 27 settembre, in occasione dell’anniversario dell’incendio al serbatoio RAM, per ribadire un chiaro “no” alla riconversione a CSS.

Eppure, i fautori della teoria dell’inganno non sembrano sorpresi dalla mossa dell’azienda. È vero, c’è la conferma di un progetto ufficiale, depositato al Ministero; la tempistica, però, fa riflettere, perchè sembra aver gettato benzina sul fuoco del malcontento della valle. “Perchè il progetto è stato presentato pochi giorni prima e non pochi giorni dopo la manifestazione?” – chiede Salvatore Gitto, ex assessore all’Ambiente a Milazzo – “Perchè istigare la reazione dei cittadini?”

Invece di chiarire la situazione, dunque, la mossa di A2A ha intorbidito le acque. Se l’azienda vuole davvero investire nella centrale Edipower e nel CSS, il gesto può indicare una ferrea volontà di concludere il percorso; se così non fosse, però, il “Non ti vogliamo!” che i cittadini urleranno il 27 settembre potrebbe rivelarsi un clamoroso boomerang.

Giovanni Passalacqua