Frattura insanabile con la Ragioneria, Zaccone: «Cama è inadeguato a fare il ragioniere generale»

Le dimissioni di Dario Zaccone da presidente del Collegio dei revisori dei conti del Comune di Messina (vedi qui) hanno causato un prevedibile sconquasso, fuori e dentro le mura di Palazzo Zanca. Il passo indietro di colui il quale era a capo dell’Organismo di revisione dell’ente dal 2012 è un segnale che non poteva lasciare indifferenti addetti ai lavori e non , soprattutto alla luce delle motivazioni addotte nella lettera di dimissioni tramessa ieri mattina alla presidente del Coniglio comunale Emila Barrile, al sindaco Renato Accorinti ed al segretario generale Antonio Le Donne.

In quella brevissima lettera , infatti, Zaccone ha parlato di mancanza di serenità , facendo capire di non essere più nelle condizioni di svolgere il proprio compito di fronte ai continui ostacoli che hanno rallentato il lavoro del Collegio dei revisori dei conti, alle prese da settimane con il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi .

Ma quale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato, che -raggiunto telefonicamente – non si è sottratto alle nostre domande e ha confessato che il suo gesto nasce da un’insanabile frattura con il ragioniere generale del Comune, Antonino Cama.

«Cama è una gran brava persona, ma è inadeguato a svolgere il ruolo di ragioniere generale», ha dichiarato Zaccone, che ha anche raccontato nel dettaglio l’episodio che lo ha convinto a dimettersi: «L’11 febbraio abbiamo ricevuto la scheda riepilogativa dei residui attivi e passivi firmata da Cama e abbiamo chiesto che ci venissero consegnate le determine dei singoli Dipartimenti, per potere effettuare tutte le verifiche. Il 15 febbraio ci sono state inviate 15 determine su 21 Dipartimenti e solo il 23 Febbraio, cioè ieri, ci sono state inviate le restanti 6 determine. Insieme a queste, è stata trasmessa al Collegio anche una nuova scheda riepilogativa firmata da Cama, con dati diversi da quelli contenuti nella determina che ci era stata consegnata l’11 febbraio. Così è impossibile lavorare. Non è un gioco. A queste condizioni non può esistere alcun rappotro di fiducia».

I modi educati ed i toni pacati utilizzati al telefono da Dario Zaccone non rendono meno forti le due dichiarazioni, che si trasformano in vere e proprie accuse allorquando l’ex revisore afferma in maniera diretta: «In questo modo si fa danno all’ente e alla città».

Rispetto alla necessità di dare un preavviso di 45 giorni, così come previsto da una recente normativa, Zaccone afferma: «Non mi sottraggo alle mie responsabilità , anzi se ci sono le condizioni posso anche ritirare le mie dimissioni» E alla domanda su quali siano queste condizioni risponde: «Che funzioni l’Ufficio di Ragioneria. Non voglio dire che bisogna mandare via Cama, ma è evidente che non è possibile andare avanti così».

Zaccone si dice, infine, commosso per i tanti e «immeritati» attestati di solidarietà ricevuti in queste 24 ore. Il suo telefono non ha smesso di squillare e tra le telefonate ricevute anche quelle del sindaco Accorinti, del vice-sindaco Signorino e del segretario/direttore generale Le Donne.

Danila La Torre