Politica

Il Movimento No Ponte: “La relazione ministeriale è lacunosa e superficiale”

Riceviamo e pubblichiamo la replica del Movimento “Invece del Ponte” al nostro articolo dal titolo: “Se anche il Movimento No Ponte cita una relazione ministeriale Sì Ponte…“, pubblicato ieri.

Fa piacere che la ri-uscita pubblica del movimento No ponte stimoli l’approfondimento dei temi trattati e vengano fuori anche critiche, il compito dell’informazione certamente non può essere quello di semplice “passacarte”. Confidiamo, allo stesso modo, che si verifichino anche parole, avverbi, soggetto, predicato e complemento delle mirabolanti e vuote promesse della propaganda pontista.

E venendo ai fatti, siamo accusati di avere citato solo parzialmente la relazione del “Gruppo di Lavoro” istituito dal (precedente) Ministero dei Trasporti per una valutazione “a spanne” (… molto a spanne) circa la fattibilità del ponte, alterandone il significato. Veniamo invitati a una replica.

Come era (e come è) evidente, abbiamo evidenziato, cosa inconfutabile, che perfino il gruppo di esperti nominato dal Ministero aveva espresso fondatissime riserve in merito al progetto-zombie resuscitato in pompa magna, l’unico progetto oggi sul tavolo di cui dobbiamo discutere.

Se avessimo voluto fare una completa valutazione, certamente avremmo sottolineato la totale insufficienza metodologica del documento: lo studio non considera l’alternativa all’attraversamento stabile, ossia l’efficientamento dell’attraversamento marittimo, e l’assenza della cosiddetta “alternativa-zero” rende tecnicamente irricevibile, inesistente la valutazione di beneficio dell’opera – questo lo sa chiunque abbia fatto solo il primo anno di Università -.

Avremmo evidenziato che un aumento del 2% dell’attraversamento dello Stretto nel periodo 2016-2019 è davvero poca cosa rispetto al calo di lungo periodo della stessa variabile e che nessuno studio serio estrapolerebbe prospettive di lungo periodo sulla base di dati del genere.

Avremmo stigmatizzato che la relazione favoleggia di benefici non quantificati e invece non evidenzia i costi di realizzazione e manutenzione dell’opera, mancando quindi dei dati essenziali per poterne effettuare una valutazione di potenziale utilità.

Per non parlare delle valutazioni e descrizioni dei contesti ambientali e sociali dell’area assolutamente superficiali, mentre più che lacunose quelle sull’impatto che la realizzazione del ponte avrebbe.

Abbiamo detto invece, e la ribadiamo, una verità: perfino questo studio ritiene preferibile un’alternativa tecnica al progetto “risuscitato”.

Per questo ci sentiamo confortati anche da quel gruppo di esperti che dice, sostanzialmente: “ma siete impazziti, davvero questo ponte vorreste fare, un ponte ad unica campata di più tre chilometri, con torri di quattrocento metri, quaranta chilometri di raccordi e lontano dalle Città che dovrebbero servire!”.

Le polemiche non giovano a nessuno, men che mai ai lettori che invece vogliono essere informati in maniera trasparente, distinguendo nettamente i fatti dalle opinioni.

Rispettiamo, e rispettate, le opinioni di tutti ma, per cortesia, non travisate le nostre parole.

Nota del redattore

La relazione è stata citata dal Movimento No Ponte, specificando che è stata redatta da insigni docenti universitari, rettori e direttori di facoltà tecniche e dicendo che avrebbe decisamente bocciato la possibilità di costruire un ponte ad unica campata lungo 3.300 metri.

Abbiamo letto le 150 pagine del documento e non abbiamo ravvisato alcuna decisa bocciatura, per quanto, questo sì, siano espresse diverse riserve da sciogliere con una lunga serie di analisi e approfondimenti, come abbiamo scritto. E’ inequivocabile, poi, secondo gli insigni docenti, anche perché ribadito più volte, che la realizzazione di un Ponte tra le due sponde sarebbe necessaria, quantomeno dal punto di vista ideale, a prescindere dalle valutazioni tecniche, che comunque vanno ovviamente fatte.

Il nostro articolo è composto quasi del tutto da ampi stralci della relazione, senza opinioni né polemiche.

Prendiamo atto che, secondo il Movimento No Ponte, la relazione citata da loro stessi e redatta da insigni docenti ha una “totale insufficienza metodologica, favoleggia di benefici non quantificati, fa valutazioni e descrizioni assolutamente superficiali e lacunose”.