I Coraggiosi di Ferrandelli: “No ad un ritorno al passato”. Il comitato 29 dicembre: “Basta chiacchere”

Il coraggio deve anche essere quello di saper osare e cambiare la classe dirigente.

Intervenendo al dibattito sulla sfiducia all’amministrazione Accorinti anche il leader dei Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli insieme a Gabriele Siracusano e Roberto Falzea, del coordinamento Coraggio Messina, mettono il dito nella piaga e vann dritto al cuore del problema. “Siamo al giro di boa e Messina ha bisogno di una terapia d'urto, di un progetto per la città che deve essere incarnato da una nuova classe dirigente- si legge in una nota- Da nuove facce che abbiano la capacità di proporre nuove idee e nuove ricette per rimettere in piedi una città in ginocchio. No quindi a un ritorno al passato, sì a un progetto che guardi avanti per ritornare al futuro".

Secondo Ferrandelli, Siracusano e Falzea il segnale di rinnovamento che l’elezione di Accorinti ha portato non è bastata da sola per portare ad un cambiamento. La complessità dei problemi comporta infatti un saper fare e la necessità di competenze da mettere a disposizione di un progetto.

“Noi di questo vogliamo parlare e vogliamo confrontarci con il sindaco e i cittadini. La telenovela sulla sfiducia non ci appassiona. Ci appassiona il progetto "Messina ritorna al futuro" che vogliamo scrivere con tutti quelli che hanno a cuore la città e gli interessi dei cittadini. Chiediamo al sindaco di confrontarci su questo e su questa idea apriremo un cantiere di idee aperto a chiunque dice no al ritorno al passato, ma dice soprattutto sì al ritorno al futuro".

Dopo le interviste rilasciate in esclusiva a Tempostretto dei leader dei partiti messinesi in merito alla mozione di sfiducia interviene anche il Comitato 29 dicembre RicostruiAmo Messina: “L’inadeguatezza fin qui dimostrata da chi regge il nostro comune è riscontrabile in ogni angolo della città, vituperata, abbandonata al suo triste e inesorabile destino. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti- si legge in un comunicato- Ciononostante, da mesi, partiti e partitini hanno giocato usando il Palazzo comunale come scacchiera per i propri accordi e fini. Di sfiducia, a turno, hanno parlato tutti, con documenti a cui sono seguiti altrettanti documenti e proclami tutti identici a se stessi, sempre caduti nel vuoto perché il primadonnismo e l'esigenza di primeggiare sugli altri non ha mai condotto ad una reale e obbligata condivisione di intenti. La priorità è solo prendere tempo. Chi si allea con chi? E a che prezzo? Non essendoci ancora certezze, i nostri sapienti politici temporeggiano lasciando i propri consiglieri comunali in balia di una staticità infinita, madre di inconcludenza e inerzia che li fa stare a scaldare inutilmente sedie e privandoli, oltretutto, della credibilità che dovrebbe esser loro propria, mentre la città annaspa nel fango. Il tutto, solo ed esclusivamente per il proprio tornaconto”.

Secondo il Comitato 29 dicembre quindi tra nuovi cambi di casacca o ritorni all’ovile con il nuovo scacchiere in Aula adesso è tornato alla ribalta il tema della sfiducia. “Ma adesso gli onorevoli hanno scoperto le proprie carte: della città non importa a nessuno, contano le alleanze e le contrapposizioni. Questo comitato che rappresenta una fetta di Messina stanca, impantanata nel meccanismo di pessima politica fatta di opportunismi e mai di opportunità, e si fa portavoce di messinesi indignati e disillusi che però, ancora, credono nella rinascita di Messina e chiede a questi signori di prendere una posizione chiara e non perdere altro tempo, quale che sia la propria decisione rispetto al futuro di questa e altre amministrazioni. Basta con i giri di parole. Messina va difesa e valorizzata non usata come strumento per affari di partito”

A conti i fatti il valzer della sfiducia ha avuto l’effetto di far irritare quanti continuano ad essere sempre più stanchi di partiti lontani dalla città.

Rosaria Brancato