Si chiude con 9 assoluzioni il processo sulla gestione dell’Atm

Non vi fu nessuna truffa ai danni della Regione Sicilia e dell'Agenzia delle Dogane all'Atm di Messina. Così sembra aver concluso il giudice di primo grado, alla fine del processo per i 9 imputati chiamati in causa dopo l'inchiesta sulla gestione dell'Azienda trasporti messinese. Nel tardo pomeriggio di oggi il giudice monocratico Curatola ha assolto tutti "perché il fatto non sussiste". Alla sbarra c'erano l'ex direttore generale Claudio Conte, Giuseppe Lampi, Francesco Lisa, Salvatore Orlando, Salvatore Zaccone e Antonio Cardia, Carlo Caruso, Antonino Carpita e Vincenzo Maimone.

L’inchiesta della Procura ipotizzava truffa ai danni della Regione e dell’Agenzia delle Dogane, «indotte», a fornire all’Azienda trasporti maggiori contributi pubblici, attraverso la presentazione di false attestazioni sui chilometri effettuati dagli autobus a Messina, aumentandoli rispetto a quelli effettivamente percorsi.

A "sentire" la formula di assoluzione, la decisione del giudice sembra basata su quanto è emerso nel corso del lungo processo, in particolare sulle consulenze affidate a vari esperti tecnici – anche il giudice ne ha nominato un proprio – che hanno in parte contraddetto le conclusioni cui era arrivata la Procura. Fondamentalmente l'accusa di truffa si basava sui calcoli effettuati per chiedere alla Regione e alla Dogana i rimborsi per il carburante e il monte ore dei dipendenti. Calcoli "gonfiati" appunto, secondo l'accusa.

Gli avvocati hanno invece sostenuto la tesi opposta, contestando le perizie effettuate in sede di indagine. Hanno difeso gli avvocati Carmelo Scillia, Salvatore Giannone, Andrea Torre, Francesco Rizzo, Carmelo Raspaolo, Princiotta.

Si chiude così in primo grado una vicenda processuale che ha spaccato l'azienda di via La Farina. Nel 2011 erano andati ai domiciliari Conte e , Salvatore Orlando, responsabile di esercizio gommato; Giuseppe Lampi, responsabile dell’Ufficio CED paghe ed i coordinatori di esercizio Francesco Lisa e Bartolo Enea. Qualche settimana dopo il Riesame li aveva rimessi in libertà. I fatti contestati riguardavo gli anni 2003-2009

Il calcolo dell'ammontare truffato, secondo la Procura, era di svariati milioni di euro. Denaro che la Regione ha chiesto indietro, qualche anno fa, nel corso del processo. Adesso le assoluzioni cambiano parecchio il quadro, e probabilmente apriranno un fronte di battaglia in sede civile.

(Alessandra Serio)