I rimborsi gonfiati all’Atm, l’accusa chiede condanne per tutti

Condanne per tutti gli imputati. Quella più pesante – 2 anni e 2 mesi – per l'ex direttore generale Claudio Conte, rimasto alla guida della Municipalizzata per oltre 15 anni. È questa la richiesta che il PM Federica Rende ha avanzato al giudice, alla fine del processo sulle presunte truffe ai danni della Regione perpetrate dai dirigenti e dai dipendenti. Il Pubblico Ministero ha sollecitato inoltre la prescrizione i alcune accuse per due degli imputati, ha depositato una corposa memoria, poi ha dato la parola ai difensori – gli avvocati Salvatore Giannone, Carmelo Raspaolo, Ventre e Princiotto.

Era tarda serata, ieri, quando il giudice ha aggiornato l'udienza a fine febbraio prossimo per sentire gli altri difensori. Quello stesso giorno il monocratico Curatola potrebbe emettere la sua sentenza. A cinque anni dallo scandalo. Gli arresti dei carabinieri scattarono infatti nell'autunno 2011.

I carabinieri posero ai domiciliari il dg e 4 dirigenti, accusati di aver truffato la Regione presentando rendicontazioni annue falsate attraverso vari meccanismi: fatture carburante gonfiate, tachimetri taroccati, tabelle orarie dei turni truccate. Così facendo la Municipalizzata di via La Farina avrebbe ottenuto rimborsi per 19 milioni di euro in più del dovuto.

Proprio il calcolo effettuato dal consulente della Procura è stato al centro del processo, in questi anni. Lo scontro tra accusa e difese, che si sono avvalse di consulenti di parte, si è acceso su metodi di calcolo, stime, prezzi-orari e chilometraggio. Uno scontro parecchio aspro, tanto da indurre il giudice ad avvalersi di un proprio consulente. Da che parte penderà la bilancia del giudice, perció, è tutt'altro che scontato.

Alessandra Serio